Il dramma del piccolo Alexandru e di mamma Nicoleta
Alessandro Pietro. Lo chiamavano così, in famiglia. In italiano.
Lui, Alexandru per l'anagrafe, da sei mesi, con la sua nascita aveva arricchito di gioia quella famiglia rumena che in un solo istante è stata pressoché cancellata sul ciglio della Provinciale 46, in una notte in cui fatalità, asfalto viscido, velocità o forse chissà un malore hanno giocato un tiro che dire sinistro è poco.
Le cause di quella impressionante uscita di strada restano tutte da chiarire. Quel che è certo è che la Bmw Serie 3 guidata da Catalin Andrei, 38enne autotrasportatore originario della Romania, era partita da una manciata di minuti da Rodengo Saiano, dove ha casa la sorella della mamma del piccolo, Nicoleta Stavri, 25 anni soltanto. Era anche lei a bordo della vettura diretta a casa, nella vicina Ome, e per prima ha perso la vita quando le ruote della berlina hanno lasciato l’asfalto scartando nella terra a lato della provinciale piombando violentemente contro il tronco di un grosso albero. Legno duro come granito che ha piegato la vettura proprio all’altezza del sedile anteriore a lato del conducente.
I soccorritori sono giunti che il cuoricino del bimbo di sei mesi batteva ancora. Così è stato soltanto per un paio d’ore ancora, poi la notte l’ha inghiottito per sempre al Pediatrico del Civile.
Il solo sopravvissuto è il papà, che tuttavia è in coma e lotta per la vita nello stesso ospedale cittadino.
Uno strazio per i familiari, tra cui il fratellino maggiore di Alexandru: doveva esserci anche lui su quell’auto, poi all’ultimo il sonno che lo ha vinto ha convinto la mamma a lasciarlo riposare dalla zia, a Rodengo Saiano. Non lo sapeva: ma così gli hanno con ogni probabilità salvato la vita.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato