Il cinipide è sconfitto: le castagne sono grosse e tante

I boschi sembrano vivere una vera rinascita: sono tantissimi i cercatori che approfittano del bel tempo
In autunno. Il frutto per eccellenza di questo periodo è tornato copioso
In autunno. Il frutto per eccellenza di questo periodo è tornato copioso
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I castagneti della Franciacorta tornano a riempirsi di frutti rigonfi, dolci e molto sani. Iparassiti sono battuti, le castagne sono al top. È un anno eccezionale per le castagne a Gussago: sono concordi estimatori, esperti e cercatori della domenica, che in queste giornate assolate si inerpicano numerosi per le colline in cerca del frutto autunnale.

Le castagne tornano a punteggiare il sottobosco, tra il giallo dei ricci e delle foglie che ormai abbandonano i rami. Ebbene sì, le piogge e un clima tutto sommato mite hanno favorito i boschi franciacortini, che sembrano vivere una vera rinascita, dopo anni funestati da malattie e gelate.

Il 2010 è stato l’anno dell’aggressione ai castagneti da parte del cinipide, che aveva drasticamente ridotto la produzione del frutto. L’introduzione di gruppi di torymus - l’antagonista che attacca il cinipide - ha portato frutti e a Gussago. «Non si vedevano castagne così belle e buone da anni», spiega un anziano che incontriamo tra i sentieri di Civine, località da sempre rinomata dai cercatori.

«È una stagione davvero molto buona per le castagne - conferma il presidente del gruppo Sentieri Renato Cola -; i frutti sono di ottima qualità, molto sani e senza vermi a differenza degli anni passati. Il clima mite e piovoso e la ritrovata salute delle piante sono fattori determinanti».

La grande dimensione rende le castagne adatte sia alla bollitura, con una foglia d’alloro e un pizzico di sale, che alla cottura sulla brace per le caldarroste -. «Oltre al cinipede - sottolinea Alfredo Boroni, esperto di botanica e presidente di Federcaccia Gussago - altre malattie in passato hanno falcidiato i castagneti del nord Italia: il cancro dei rami, che colpiva sopratutto le varietà cultivar. Si vedono ancora in giro gli scheletri di vecchi castagni colpiti dalla malattia. Nei nostri boschi fruttificano anche i salvadegh, piante del bosco ceduo cresciute spontaneamente perché il taglio non si fa più alla scadenza di un tempo e quindi a Gussago ci sono dei discreti castagneti spontanei anche molto produttivi e con castagne di discreta qualità».

Le zone migliori sono Quarone, la Tesa e Civine, sconfinando fino a Brione. È possibile raccoglierle liberamente? «Sì, l’unica accortezza è non entrare nelle proprietà private», conclude sorridente Cola.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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