H2iseO Hydrogen Valley: i dettagli su costi, treni e impianti
Quattordici treni a idrogeno, tre impianti di produzione, 40 autobus ad idrogeno e 392,4 milioni di euro di investimento. Sono questi i numeri del progetto H2iseO Hydrogen Valley che punta a rinnovare e rendere sostenibile la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Le attività in corso d’opera, gli interventi in programma e le modalità di realizzazione sono state al centro della presentazione di questa mattina a Iseo, con i sindaci della Comunità Montana del Sebino Bresciano e i vertici di Regione Lombardia.
Tra i presenti anche il presidente Attilio Fontana, l’assessore ai Trasporti e mobilità sostenibile Franco Lucente, l’assessore alle Infrastrutture e opere pubbliche Claudia Maria Terzi, l'assessore all'Ambiente e clima Giorgio Maione, il presidente di Fnm (FerrovieNord Milano) Andrea Gibelli, il direttore generale di Fnm e amministratore delegato di Trenord Marco Piuri e il presidente di FerrovieNord Fulvio Caradonna.
A cosa serve il progetto
Il progetto H2iseO Hydrogen Valley punta a sviluppare in Valcamonica una filiera economica e industriale dell’idrogeno, a partire dalla mobilità, avviare la conversione energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione del trasporto pubblico locale.
«Con l’incontro di oggi - ha spiegato il presidente di Fnm Andrea Gibelli - abbiamo voluto ribadire l’impegno in un progetto innovativo e sostenibile, che consente di utilizzare l’infrastruttura ferroviaria già esistente. Inoltre, la creazione di un distretto economico e industriale basato sull’idrogeno, a partire dalla mobilità ferroviaria ma non solo, avrà ricadute positive sull’economia e l’occupazione del territorio». «Il progetto è stato fortemente voluto da Regione Lombardia - ha dichiarato Fontana -: puntiamo dritti verso la meta dello sviluppo all'insegna della sostenibilità. È questo il futuro che vogliamo disegnare per i lombardi».I treni
Realizzato da Fnm, Ferrovienord e Trenord, il progetto H2iseO prevede la messa in servizio di 14 nuovi treni ad idrogeno, in sostituzione dell’intera flotta diesel oggi circolante. I primi 6 treni sono in costruzione, il primo sarà consegnato a febbraio 2024 e, dopo le corse prova, tutti i treni entreranno in servizio tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Per gli altri 8 treni è stato sottoscritto l’accordo quadro. L’entrata in servizio commerciale è prevista entro il primo semestre 2026.
Gli impianti
È prevista la realizzazione di tre impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni di anidride carbonica (a Iseo mediante tecnologia Steam Reforming con utilizzo di biometano, energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2; a Brescia e a Edolo mediante tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile).
È stata aggiudicata anche la procedura per la parte di distribuzione dell’impianto a Iseo, mentre risulta in corso per la parte produzione: l’attivazione è prevista nel primo semestre 2025. Procedura in corso anche per gli impianti di Edolo e Brescia, al via nel primo semestre 2026. A Rovato sorgerà un impianto di rifornimento mobile, che aprirà a febbraio 2024, e anche un magazzino per deposito e manutenzione dei treni.
Stazioni e autobus
Il progetto comprende anche l’adeguamento tecnico e infrastrutturale delle stazioni, oltre che la messa in esercizio dal 2025 di 40 autobus ad idrogeno che sostituiranno l’intera flotta di Fnm Autoservizi in Valcamonica.
Quanto costa
L’investimento per l’intero progetto ferroviario è pari 362,4 milioni di euro (177,6 per gli impianti e 184,8 per i treni), di cui 248,1 finanziati con risorse di Regione Lombardia (80,1 milioni), del Pnrr (97,2 milioni) e di Fnm (70,8 milioni) e 114,3 milioni, destinati al secondo lotto di treni, che Fnm è disponibile a finanziare, in caso non fossero rese disponibili altre fonti di finanziamento. L’investimento per gli autobus è stimato in 30 milioni di euro. Il totale è dunque 392,4 milioni e tiene conto degli aggiornamenti dei prezzi e delle progettazioni.
Perché l’idrogeno
Fnm ha spiegato che «La tecnologia idrogeno è risultata essere l’unica applicabile dal punto di vista tecnico ed economico-finanziario per decarbonizzare il servizio ferroviario in Valcamonica. L’elettrificazione, infatti, avrebbe un’elevata complessità tecnica e un impatto ambientale molto pesante per la necessità di adeguare le gallerie (28 per oltre 4 km) e di chiudere la linea durante il periodo dei lavori, senza contare gli elevati costi di investimento (superiori a quelli previsti per la tecnologia idrogeno), considerando i treni e le opere civili, oltre alla mera posa degli impianti elettrici».
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