«Grazie»: il lungo saluto a Christo su The Floating Piers
Capitava di vederlo passare a bordo della sua imbarcazione lungo The Floating Piers. Osservava l’opera dall’alto di quella sorta di chiatta, accompagnato da ospiti e da membri del suo staff. Salutava. E veniva salutato calorosamente dai visitatori. Aveva addosso i jeans e la camicia rosa tenue oppure l’immancabile giacca rossa, abbandonata solo nelle giornate più calde (ogni tanto qualcuno si chiedeva «ma come fa? non la toglie mai?»).
«Ciao Christo!», urlato magari con spiccato accento bresciano. «Grazie!», «thank you!», «sei un genio!» e giù applausi, grida.
Il pubblico l’ha sempre accolto come una star, come uno che ha realizzato un miracolo. Lui si è sempre presentato con naturalezza, la stessa che nei mesi scorsi ha mostrato nei molti incontri passati a raccontare la sua opera prima dell’apertura.
Un saluto, un sorriso. Una cosa del genere non l’ha mai vissuta, questo è certo. Di tutti i suoi lavori, The Floating Piers è quello che ha visto il maggiore coinvolgimento delle persone. Inevitabilmente, il coinvolgimento è stato grande anche per l'autore. Poi l’ha sempre detto: l’opera d’arte non sono i galleggianti, non è il tessuto. L’opera d’arte è tutto: l’acqua, il paesaggio, le strade, gli alberi, il sole, la gente che cammina. E che, quando passa quel signore spettinato, ringrazia. Così, una cosa semplice. Come camminare sull'acqua.
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