Grazie a Valotti le vittime del 1859 hanno un nome

Lo storico padernese ha contribuito all'installazione allestita nella torre di Solferino, dove vengono proiettati i nomi dei caduti
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Le vittime senza nome della battaglia del 24 giugno del 1859 di Solferino e San Martino hanno trovato posto nel mausoleo del Basso Garda grazie (anche) a Gianluigi Valotti.

Lo storico e scrittore padernese ha infatti contribuito alla realizzazione della splendida installazione recentemente allestita nella torre-sacrario di Solferino, dove ora vengono proiettati con una scritta luminosa i nomi dei caduti di quella battaglia, momento di svolta all’interno delle Guerre d’Indipendenza. Un’iniziativa che emoziona grazie alla forza della memoria, che il lavoro d’analisi storica di Valotti nel libro «Brescia 1859. Il Vantiniano accoglie le spoglie delle armate europee» (ma anche di Bruno Dotto con «Accadde a Solferino» e i nomi dei caduti raccolti nel Monumento a Napoleone III presente a parco Sempione a Milano) ha illuminato di una nuova luce, inedita, grazie ad un lavoro certosino per dare un’identità alle tante vittime senza nome presenti in Vantiniano.

Qui sono nati i tanti libri a firma di Valotti sul Risorgimento che hanno ricevuto elogi dall’ex premier Paolo Gentiloni, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dai Presidenti francesi Francois Hollande e Emmanuel Macron.

«È davvero una grande emozione - ha commentato raggiante Valotti -. Ho lavorato solo per dare la giusta importanza alla memoria, troppo spesso sottovalutata. Siamo sulla strada giusta».

 

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