Gomma nel lago d'Iseo, Regione in campo per la bonifica
La grossa quantità di gomma scoperta sul fondale del Sebino il 3 ottobre del 2019, da un gruppo di subacquei dei Carabinieri di Genova-Voltri impegnati in un’immersione tra Tavernola e Predore, è tornata al centro dell’attenzione delle istituzioni.
A riportarcela è stata un’interrogazione del consigliere regionale Dario Violi (5 Stelle) al Consiglio di Regione Lombardia, che l’ha accolta con 63 voti favorevoli e uno contrario e ne terrà conto nella predisposizione del bilancio di previsione 2021-2023. L’interrogazione impegna il governo lombardo ad avviare tutte le valutazione utili a capire come intervenire, a capire quale sarà la spesa per la rimozione degli scarti gommosi che da anni si trovano nell’acqua del Sebino, e a stanziare i fondi necessari.
Come ricordato dal consigliere Violi, «la richiesta di impegno alla Giunta regionale è necessaria perché dal punto di vista ambientale si tratta di una vera e propria emergenza e perché il Comune di Tavernola Bergamasca, che si sta interessando della questione, non dispone dei fondi economici necessari per realizzare la bonifica in autonomia».
Nei prossimi mesi quindi il delicato argomento dovrà essere affrontato dalla Regione attraverso la creazione di un tavolo tecnico o una conferenza dei servizi, che riunisca le competenze degli attori istituzionali principali. «Siamo in attesa spiega il sindaco di Tavernola, Joris Pezzotti - di capire meglio come sia possibile attivarsi - anche perché, per esempio, non è ancora chiaro se sia opportuno rimuovere la montagna di gomma subacquea o se così facendo si rischia di accrescere il danno per la frammentazione delle micro particelle. Noi nel frattempo abbiamo già contattato un’azienda specializzata in questo genere di rimozioni e una addetta allo smaltimento del materiale».
Il ritrovamento della gomma, avvenuto a diverse profondità di fronte alla Punta del Corno, nel Comune di Tavernola Bergamasca, è risultato essere composto da scarti di lavorazione industriale. Alle operazioni di recupero di piccole parti del materiale ha partecipato anche personale dell’Arpa di Bergamo, a cui è stato consegnato per le analisi.
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