Gli ambientalisti: «Le Torbiere non sono Gardaland»
Culla e nido di airone rosso, tarabusino e falco di palude: un’area di duemila metri quadrati, interna al perimetro della Riserva e confinante con un’azienda vitivinicola di Provaglio d’Iseo sarebbe stata eradicata e distrutta: lo denunciano le associazioni ambientaliste del territorio, secondo le quali l’intervento sarebbe stato effettuato per agevolare le riprese di un format televisivo dedicato alla cucina e già venuto in zona un paio di anni fa.
Per creare una location ad hoc, la cantina prospiciente avrebbe pensato di spianare un ampio tratto di vegetazione naturale, costituita da canne e arbusti che nel mese di maggio accolgono i nidi di specie selvatiche preziose e fanno da schermatura naturale verso l’esterno, abbattendo anche un cartello di delimitazione della Riserva.
«Quanto successo è solo l’ultimo degli affronti verso l’area umida che, continuando di questo passo, perderà le caratteristiche di Riserva Naturale per diventare “parco”- affermano preoccupati i referenti di Legambiente, Amici della Riserva, Oipa e Lac -, verrà sporta una denuncia in Procura e la Vigilanza farà un verbale per deterioramento habitat».
«Il messaggio che sta passando è che, pur essendo una zona tutelata, si possa fare quello che si vuole - continuano Matteo Lanciani, Silvio Parzanini e Katia Impellittiere -. Il privato confinante la considera come il proprio metaforico balcone “sfiorito” di casa, ma soprattutto, a fronte di una serie di denunce, c’è l’assenza di risposte. A partire dal presidente della Riserva naturale delle Torbiere, del quale sono state chieste le dimissioni per incompatibilità del suo incarico pubblico remunerato, in quanto già percettore di pensione. Inoltre non c’è stato riscontro rispetto alla richiesta di valutazione di incidenza del piano di contenimento del siluro, fatto proprio dall’ente senza coinvolgere il comitato tecnico scientifico con la previsione di collocare nell’area protetta centinaia di metri di reti, metodo di cattura non selettivo».
Questi problemi nelle ultime settimane sono stati aggravati dal moltiplicarsi dei visitatori, irrispettosi delle esigenze della natura. Le poche guardie delle associazioni convenzionate con la Riserva, in servizio ecologico volontario, sono testimoni di comportamenti da sanzionare. Dove sono, si chiedono le stesse, le guardie della Comunità Montana di supporto? «Bisogna cambiare strada, subito. Le Torbiere non sono Gardaland e per questo chiediamo la chiusura del percorso. È caduta nel vuoto anche la nostra richiesta di limitare gli accessi al percorso centrale durante la nidificazione con accessi limitati e accompagnamento di una guida ufficiale».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato