«Game over» per gli specialisti degli assegni falsi

I pregiudicati di Rodengo usavano prestanome: accertati una ventina di casi per 90mila euro
I carabinieri a Rodengo Saiano - Foto © www.giornaledibrescia.it
I carabinieri a Rodengo Saiano - Foto © www.giornaledibrescia.it
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I carabinieri della stazione di Gussago, che fanno capo alla Compagnia di Gardone Valtrompia, hanno eseguito cinque misure cautelari nei confronti di altrettante persone, tra la Franciacorta, Brescia e Napoli, ritenute a vario titolo responsabili di un'associazione criminale dedita alla contraffazione di assegni bancari. Personaggi di spicco dell'inchiesta sono due pregiudicati siciliani da anni residenti a Rodengo Saiano, il 42enne Francesco Trombino e il 47enne Salvatore Sirchia, entrambi destinatari di misura in carcere.

Ignari correntisti, persone fisiche o società, venivano contattati dalle filiali in cui avevano il conto che spiegavano loro di aver pagato un loro assegno clonato. I tentativi di rintracciare la persona che aveva incassato hanno portato ad emarginati e persone in difficoltà e solo indagando su di loro si è arrivati a contatto con uno dei pregiudicati siciliani ora finiti in carcere.

A quel punto i carabinieri hanno individuato lo schema e ricostruito il modus operandi: Trombino e Sirchia affidavano assegni clonati di valori variabili tra i 3 e i 5mila euro, a prestanome che, dietro una "commissione" del 10 per cento, aprivano un apposito conto corrente, ci versavano l'assegno e poi lo svuotavano. Diventando poi irreperibili per le banche che cercavano di rintracciarli. I prestanome consegnavano il denaro agli esperti truffatori che ripetevano l'operazione dopo qualche giorno in un istituto di credito diverso.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Gussago il gruppo avrebbe incassato indebitamente oltre 90mila euro con una ventina di assegni clonati. Le indagini ora proseguono per capire da quanto il sistema fosse operativo, quante persone abbia coinvolto e se, nel tempo, possa aver sfruttato anche altri titoli di pagamento. Il fascicolo insomma è ancora aperto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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