Frana: c’è allerta, ma la massa è ancorata alla montagna

Anche se la massa franosa di Tavernola dovesse staccarsi, fanno sapere le prefetture, gli enti avranno tempo per evacuare le zone a rischio
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RALLENTA LA FRANA DI TAVERNOLA
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Attenzione ma non allarme: i dati dettagliati sulle dimensioni e sulla velocità di movimento della frana che incombe su Tavernola, attesi ieri pomeriggio, ridimensionano il pericolo che tiene in ansia tutto il Sebino. I due milioni di metri cubi di materiale sotto stretta osservazione sono ancora pressoché fermi e attaccati al Monte Saresano, il che ha permesso alle due prefetture di Brescia e di Bergamo, che sovrintendono i centri di coordinamento, di determinare uno stato di «allerta» e non di preallarme né tantomeno di allarme.

Mancano infatti segnali predittivi: i radar sempre puntati sulla massa che rischia di franare non hanno registrato significativi movimenti in atto, tali da determinare procedure di evacuazione immediata.

«Benché non sia stata esclusa l’ipotesi di un collasso della frana, con probabile e parziale caduta nel lago - affermano congiuntamente le due prefetture - la stessa sarà preceduta da segnali inequivocabili, che consentiranno agli enti e alla Protezione civile di intervenire in tempo e di mettere al sicuro la popolazione interessata da un’eventuale onda anomala».

Piani. Anche se il tempo non pare stringere prefetture e sindaci si dedicheranno ugualmente all’aggiornamento della pianificazione di emergenza, implementando i sistemi di allarme e individuando le aree raccolta in caso di evacuazione. Nei prossimi giorni quindi alcuni sindaci delle aree più esposte inizieranno la fase di verifica dei sistemi acustici di allarme e faranno prove di evacuazione. Sarà richiesto all’Università di Brescia di collaborare per la realizzazione di modelli delle onde anomale così da poter offrire uno scenario credibile per individuare al meglio le aree a rischio. Regione Lombardia ha stanziato duecentocinquantamila euro per i comuni più colpiti, soprattutto Vigolo e Parzanica che sono ancora isolati. Nello specifico centomila euro sono destinati al pronto intervento per la messa in sicurezza di una strada di emergenza, che consentirà nei prossimi giorni di risolvere la condizione di isolamento del Comune di Parzanica.  Altri centomila serviranno per le attività di coordinamento, monitoraggio e previsione del possibile dissesto, richieste al consulente dei comuni e all’università Milano Bicocca. Le due Comunità Montane, quella dei Laghi Bergamaschi e del Sebino Bresciano hanno invece destinato cinquantamila euro per il piano di emergenza richiesto all’Università di Brescia per la simulazione dell’onda anomala, che potrà colpire Montisola, le sponde bresciana e bergamasca, in caso di collasso totale della frana.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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