Femminicidio di Castegnato, chiesta la condanna all'ergastolo per Ezio Galesi

L'uomo che ha ucciso Elena Casanova è stato dichiarato capace di intendere e volere. Esclusa la premeditazione
I carabinieri sulla scena del delitto a Castegnato - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
I carabinieri sulla scena del delitto a Castegnato - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Il pubblico ministero di Brescia Carlo Pappalardo ha chiesto la condanna all’ergastolo per Ezio Galesi, l’uomo che a ottobre del 2021 a Castegnato uccise con almeno 16 martellate la ex compagna Elena Casanova, di 49 anni. Esclusa l’aggravante della premeditazione. 

«Non è stata una premeditazione, ma ha preordinato l’omicidio come dimostrano gli spostamenti della vittima e del suo assassino. I due si sono incontrati e lui ha detto di aver deciso di ucciderla quando l’ha vista sorridere» ha ricostruito l’accusa. «Va a casa, prende il martello e - ha aggiunto il pm - va a tendere l’agguato mortale a Elena». Per la difesa: «Quanto commesso da Galesi è pacifico e non ci sono dubbi sulle sue responsabilità. Concordo con il pm che non c’è stata premeditazione» ha detto l’avvocato Oscar Bresciani.

Il femminicidio avvenne all’esterno dell’abitazione della donna dove l’ex l’aspettava. Galesi è stato dichiarato capace di intendere e volere dagli psichiatri che lo hanno visitato. «Ha scagliato la sua ira contro la ex perché non accettava di essere stato lasciato» ha detto il pm in aula nel corso della sua arringa. «Da tempo aveva un risentimento nei confronti di quella che poi è diventata la sua vittima».

Per le parti civili ci sarebbe stata invece premeditazione. «Un gesto costruito per anni» ha spiegato l’avvocata Maria Pia Cimini che rappresenta la mamma e la figlia di Elena Casanova. In aula è stato chiesto un risarcimento di 200mila euro per la figlia della vittima e altrettanti per l’anziana madre.

La ricostruzione

«Chiamate i carabinieri, l'ho uccisa a martellate» sono state le prime parole di Ezio Galesi la sera del 20 ottobre 2021, dopo avere ucciso Elena Casanova, 49 anni, a Castegnato. I due avevano avuto una relazione, che al momento del femminicidio era finita. Galesi ha ucciso Casanova fuori dalla sua abitazione: l’ha seguita e quando lei ha parcheggiato ha prima infranto con un martello il finestrino della vettura e poi l’ha colpita 16 volte, come ha accertato l’autopsia. Ad allertare le forze dell’ordine sono stati i vicini. Tra i primi a vedere il corpo esanime di Elena Casanova anche l’ex marito, che stava passando di lì insieme a loro figlia.

Durante il primo interrogatorio che ha dato inizio al procedimento per omicidio volontario, Galesi ha detto al pubblico ministero: «In quel momento la volevo uccidere. C’erano dei sentimenti, anzi no, ritratto e non voglio rispondere a questa domanda. È stato un raptus». 

La prima udienza del processo si è tenuta quasi un anno dopo, il 18 ottobre 2022. In quell’occasione è stata disposta la perizia psichiatrica per Galesi, che si trova in carcere dal momento dell’omicidio, ed è emerso come Elena Casanova abbia sofferto un’agonia di diversi minuti prima di morire. Nella successiva udienza del 29 novembre è stata ricostruita la paura della 49enne per la propria incolumità già 6 mesi prima di essere uccisa. In aula davanti alla Corte d’Assise Galesi ha cercato di giustificare il femminicidio con l’ansia che gli avrebbe provocato l’ex compagna facendolo pedinare, fatto non dimostrato. «Quando l’ho vista ridere all’Obi, non ho capito più nulla. Ho deciso di ucciderla, sono andato a prendere il martello e sono passato da lei» ha raccontato.

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