Elisabetta sta meglio: «Così l'abbiamo salvata»

Sta meglio la ragazza schiacciata da un trattore sul Guglielmo. Il racconto dei soccorritori.
AA

Ci sono stati la paura. Il dolore. Poi lo slancio corale dei soccorritori che in una lotta contro il tempo hanno fatto il possibile e forse anche l’improbabile. A trasformare la tragedia sfiorata in un piccolo cristallo di speranza mancava solo la buona notizia: Elisabetta, la 14enne di Bornato, travolta dal trattore a bordo del quale si trovava mercoledì sera sul Monte Guglielmo, dove l’azienda agricola dei genitori possiede due malghe, non solo è fuori pericolo, ma sta bene.

Un motivo per esultare al mezzo miracolo di Ferragosto per i molti che nei momenti cruciali dell’altra sera si sono prodigati senza sosta per portare a termine al meglio un intervento di soccorso di rara complessità. Per il luogo difficile da raggiungere - poche centinaia di metri dal Rifugio Almici a oltre 1.800 metri di quota - per l’asprezza di un terreno reso fangoso dalla pioggia e per la concitazione di quegli istanti che hanno visto da un lato la ragazzina restare sempre coscente (e dolorante) ma pure i genitori atterriti assistere a ogni fase.

A ripercorrere gli istanti delicatissimi e interminabili - quasi tre ore, tra le 19 e le 22 - è uno dei Vigili del fuoco che per primi è giunto sul posto, elitrasportato assieme ad un collega dal Comando di Brescia a bordo dell’eliambulanza del 118: una circostanza che di per sé costituisce un eccellente esempio di sinergia e collaborazione tra diversi enti del soccorso bresciani.

«Grazie all’elicottero del 118, a quello dei Vigili del fuoco giunto da Varese in soli 19 minuti, e ai mezzi dei pompieri saliti via terra - racconta il vigile permanente e istruttore Saf Matteo Angeletti - abbiamo potuto disporre in quota in breve di 12 vigili del fuoco e di parecchia attrezzatura, tutta quella necessaria a sollevare quell’enorme trattore John Deere e il cassone a due assi da 20 quintali». Arnesi dai nomi inconsueti: Tirfor (sistemi meccanici con cavi in acciaio per trazione), cuscini da sollevamento ad aria compressa, leve, zeppe e halligan. Cui si sono aggiunte leve e fasce messe a disposizione dai malghesi, che hanno fatto la loro parte assieme ai volontari di Protezione civile. «Abbiamo scavato per tre ore anche a mani nude nel fango - prosegue Angeletti - e quando siamo riusciti a estrarre la ragazza che era incastrata sotto la cabina del trattore, era ormai buio e gli elicotteri non potevano più volare. Così è stata trasportata al Civile con l’ambulanza».

Un intervento «estremo», condotto in sinergia e con uno slancio corale che - tanto più alla luce delle buone condizioni della giovanissima soccorsa - che regala un po’ di ottimismo anche ai Vigili del fuoco: «Situazioni come queste ci regalano un po’ di carica, in tempi in cui in termini di risorse e personale non sempre siamo al top» conclude Angeletti, che sottolinea come anche il coordinamento tra le sale operative di 115 e 118 sia stato fondamentale per il buon esito. Dato per assunto un piccolo contributo del fato: tre delle otto mucche che erano sul cassone sono morte nell’incidente. Una è finita proprio accanto alla 14enne, evitando così con il suo corpo che il trattore schiacciasse del tutto la giovane.

A Bornato ieri sera è giunto anche il momento del grande sospiro di sollievo dopo tante ore d’angoscia. Il buon esito degli esami clinici ha rasserenato non poco la famiglia di Elisabetta, «raccolta» nel cascinale di via Villa di Sopra dove «Betty» vive. «C’è ancora da attendere ovviamente - hanno spiegato nonna Olga e i familiari -, ma pare addirittura che non ci sia nulla di rotto, anche se si è resa necessaria una operazione chirurgica, per una piccola lesione interna, andata a buon fine». Dopo il grande spavento, ai familiari ora resta da attendere solo il ritorno a casa di Elisabetta.
Gianluca Gallinari
Gabriele Minelli

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia