Disperso nel lago d'Iseo, di Hendrik non c'è traccia
Le speranze di ritrovare in vita Hendrik Van Homme, il 30enne olandese, padre di due figli di 3 e 5 anni, caduto ieri in acqua da una zattera trainata da un gommone, si assottigliano sempre di più. Sul lago d'Iseo, tra Pisogne e Castro, dove si è consumata la tragedia intorno alle 16 di martedì, i vigili del fuoco di Brescia, insieme ai sommozzatori di Trento, coordinati dall'Ucl di Bergamo, continuano le ricerche, rese difficoltose dal luogo dove sarebbe scomparso l'uomo.
Stando alle testimonianze delle quattro persone, tra cui il cognato, che al momento della caduta di Hendrik erano a bordo del gommone che trainava il gonfiabile, il 30enne sarebbe svanito nelle acque sul versante bergamasco del Sebino, in un luogo conosciuto come l'Orrido di Castro, profondo circa 150 metri. Se l'uomo si fosse inabissato in quel punto è anche improbabile che il corpo possa riemergere: la pressione dell'acqua è tale che difficilmente un corpo riesce a tornare a galla.
Alle ricerche ieri ha preso parte anche l'elicottero, per una ricerca di superficie. I sommozzatori giunti da Trento al campeggio Eden attendono qualche segnale, qualche traccia che possa dir loro dove cercare, prima di immergersi. Da questa mattina i vigili del fuoco stanno impiegando un Side-scan, un sonar a scorrimento laterale, che percorrerà le profondità nel tratto di lago che raggiunge i 150 metri. Qualora fosse avvistato il corpo, sarà un secondo robot filoguidato a recuperarlo. Intanto, comunque, si continua a sperare che il giovane padre possa essere ritrovato in vita.
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