Dispersa nelle acque del lago d'Iseo, dopo 40 giorni i volontari proseguono le ricerche

L'impegno di diversi gruppi di sub del Sebino e del Garda per restituire ai familiari il corpo della giovane caduta da un gommone il 1° settembre
Il Gruppo Sub Monte Isola, tra le unità di volontari impegnati nelle ricerche - © www.giornaledibrescia.it
Il Gruppo Sub Monte Isola, tra le unità di volontari impegnati nelle ricerche - © www.giornaledibrescia.it
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Quasi quaranta giorni. Molti. Ma non abbastanza per fermare lo slancio dei volontari che ancora proseguono con le ricerche di Chiara Lindl, la ventenne tedesca inghiottita dalle acque del Sebino la sera del 1° settembre. Della giovane, che si trovava su un gommone assieme ad amici e familiari durante una vacanza a Pisogne, non si hanno più tracce dal momento in cui per una caduta accidentale è finita nel lago.

Se le ricerche ufficiali sono infatti state sospese, proseguono nei fine settimana quelle dei volontari sebini, ma persino gardesani. Quando le incombenze lavorative della settimana lo consentono, infatti, i volontari tornano a scandagliare le acque con i sonar, nella speranza che il combinato disposto di più tecnologie (nelle varie fasi delle ricerche si è fatto ricorso anche a speciali robot subacquei) possa finalmente restituire alla famiglia le spoglie della ragazza.

Così anche questo weekend all'opera tra Pisogne, Toline, Lovere e Castro sono tornati i sub del Gruppo Soccorso Sebino, quelli di Monte Isola, ma pure il nucleo subacquei dei Volontari del Garda.

Uno sforzo corale e senza confini per dare quel minimo conforto ai familiari di Chiara Lindl che procede attraverso la mappatura dei fondali alla ricerca di elementi che consentano l'individuazione del corpo della 20enne. Informazioni che vengono comunque condivise anche con le istituzioni, laddove «nuovi elementi» possano contribuire a dare nuovo impulso anche alle ricerche istituzionali. 

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