Discarica di gomma sul fondale del lago, ecco i video

Le immagini girate dai sub dei Carabinieri nelle acque del Sebino nelle quali è emerso un cumulo alto 40 metri di scarti industriali
Discarica di gomma sul fondale del lago d'Iseo, il video /1
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Una vera e propria discarica in fondo al lago d'Iseo. Una massa informe di scarti di gomma che si rivela in tutta la sua impressionante portata man mano il fascio di luce delle torce spianate dai sub dell'Arma dei Carabinieri squarcia il buio degli abissi del Sebino. Eccole le immagini che documentano quanto hanno scoperto i militari giunti da Genova per la prima ispezione ai fondali a ridosso della sponda bergamasca del lago d'Iseo.

Un primo controllo disposto dai Carabinieri di Bergamo per capire quali siano le effettive condizioni delle acque. La situazione più critica è emersa fra due speroni di roccia a ridosso del Corno di Tavernola, quelli fra i quali si sono incastonati questi scarti di produzione.

Un cumulo alto oltre 40 metri per una larghezza che varia dai due a dieci metri. Una situazione impressionante, che le riprese dei sub dell'Arma rivelano in tutta la sua gravità. Molti gli interrogativi che si pongono ora, a partire da quale sia la soluzione più adeguata. Se sia meglio in altre parole rimuovere quella massa di residui industriali, e in caso come, o se al contrario sia preferibile lasciarla dov'è, dal momento che pare destinata in apparenza a restare dove si trova senza rischi di dispersione.

Discarica di gomma sul fondale del lago d'Iseo, il video /2

Arpa e Carabinieri sono al lavoro per capire chi abbia scambiato le acque del Sebino per un deposito di scarti industriali, per una pattumiera sommersa. D'altro canto la platea degli inquinatori è con buona probabilità ampia: le immagini dei sub volontari di Treviglio che vedete avevano già documentato di recente come sul fondo del lago vi sia anche un vero e proprio parcheggio sommerso, un cimitero delle auto che è cifra di una inciviltà che mina uno dei beni più preziosi: il nostro ambiente.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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