Dieci milioni nascosti sottoterra: voi cosa avreste fatto?
Al di là di responsabilità penali sul caso delle fatture false che toccherà ai giudici - e solo ai giudici - valutare, la notizia di un tesoro di dieci milioni di euro nascosto sottoterra in Franciacorta, tutti soldi cash e spendibili, è di quelle che ti piantano in testa una domanda-tormentone a cui diventa difficile sfuggire: fosse stato mio, quel tesoro, cosa ne avrei fatto?
Mille le risposte possibili. Noi ne abbiamo immaginate qui sette, ispirate alla mitologia che gira intorno a questi personaggi.
Alla George Best
Probabilmente è la prima risposta che passa in testa. Calciatore nordirlandese degli anni '60 e '70 fra i più dotati del mondo, genio sregolato, leggendario viveur, Best dettò così ai posteri il proprio testamento esistenziale: «Ho speso gran parte dei miei soldi per alcool, donne e macchine veloci. Il resto l'ho sperperato». Programma chiaro, immediato, discutibile. Voltiamo pagina.
Alla Elvis Presley
Qui a farci da guida non è tanto la biografia del monumentale rocker di Tupelo, Mississippi, quanto la sua leggenda postuma. Secondo la quale «the pelvis» finse di morire, cambiò identità, si regalò un'altra vita da perfetto sconosciuto ai confini del mondo e ancora oggi è là che se la ride godendosi uno splendido tramonto. Chi non ha mai sognato di reinventarsi? L'idea ha il suo fascino.
Alla Elon Musk
I soldi non vanno nascosti, vanno fatti vedere tutti. Quelli che si possiedono e magari anche quelli solo evocati. Servono per inseguire sogni imprenditoriali, oppure anche solo sogni di gloria. Tipo: diventare il primo uomo a trasferirsi a vivere su Marte. Esagerato. Però in fondo un po' di testa fra le nuvole può servire anche per chi resta su questa Terra.
Alla Martino di Tours
Nato in Pannonia, figlio di militari e a sua volta militare di professione in Gallia ai tempi dell'impero romano, Martino era comandato al servizio di sicurezza e alle ronde notturne. I militari a quell'epoca non erano certo degli stinchi di santo, ma una notte gelida Martino incontrò un mendicante seminudo e decise di tagliare a metà il proprio mantello per condividerlo con lui. Ecco: senza pretendere anche noi la santità, potrebbe essere un'idea dare la metà del nostro tesoro a chi ne ha bisogno. Un gesto che ci renderebbe più leggeri. Soprattutto nella coscienza.
Alla Diogene di Sinope
Ma il problema nello spogliarsi di beni materiali - proprio come nell'accumularli - è capire quando fermarsi. Diogene, filosofo cinico della Grecia classica che ad Atene decise di andare a vivere in una botte per spogliarsi delle preoccupazioni del mondo, un giorno decise di gettare via anche l'unico oggetto di sua proprietà (una ciotola di legno) dopo aver visto un ragazzino bere acqua nell'incavo delle mani. Forse eccessivo.
Alla Elisabetta II
Il tesoro è mio (sono la regina) ma mio non è (è patrimonio della Corona). Non è lui che serve a me ma sono io che servo a lui. Lo custodisco nella Torre di Londra, lo mostro ai sudditi e al mondo nelle occasioni speciali per ricordare cosa siamo e chi siamo. L'ho ereditato e al termine della mia vita lo devo tramandare intatto. Con incrollabile rigore, tutto femminile.
Alla Olivier Lavasseur
Pirata francese attivo fra Sei e Settecento, per la sua spietatezza era chiamato La Buse, la poiana. Mise a segno una miriade di arrembaggi esagerati. Tanto da essere braccato nei mari di tutto il mondo e - una volta catturato - portato al patibolo. La leggenda narra che un attimo prima dell'esecuzione abbia gettato alla folla una collana incisa con crittogrammi che contenevano le indicazioni di dove aveva nascosto il proprio tesoro. «Lo trovi chi ci riesce!» pare abbia gridato prima di morire. Da allora generazioni di ricercatori si sono buttati in avventure strampalate e finora senza esito. Ecco: il pirata La Buse ha lasciato in eredità il bene forse più prezioso. Un sogno.
Ma se il tesoro di Franciacorta fosse stato vostro, voi cosa ne avreste fatto?
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