Da rimessa a polo culturale, turistico e ricreativo

La prossima settimana verrà pubblicato il bando per concedere in affitto la struttura
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Da ex rimessaggio a polo culturale. Il comune di Paratico, insieme a Paratico Patrimoniale (partecipata al cento per cento dal Municipio e proprietaria dello stabile) ha steso il bando per la concessione in affitto del vecchio deposito delle locomotive. Documento che sarà pubblicato sul sito del municipio la prossima settimana; chiederà di presentare proposte basate su due criteri: economico e turistico-culturale. Il primo: il canone d’affitto dovrà essere pari a (almeno) 22.000 euro annui, anticipati da un investimento di 72.000 euro per la riqualificazione delle aree esterne. Attenzione, però: l’investimento verrà «recuperato» nei primi sei anni, con un canone d’affitto ridotto a 10.000 (anziché 22.000) euro. Il contratto prevede una locazione di nove anni, prorogabile per altri nove. Il secondo: il comune chiede un investimento in termini progettuali, in modo da trasformare il vecchio rimessaggio in un polo culturale, turistico e ricettivo. Non a caso, infatti, i partecipanti al bando dovranno dimostrare di essere in grado di gestire in modalità bed and breakfast due mono e due bilocali (per un totale di otto posti letto), un locale in stile street food, un info-point (che diventerebbe il primo ufficio turistico su suolo paraticese), oltre a un noleggio bici per i visitatori. Tutti ambienti ricavati nell’ex deposito. Non solo: ai gestori si chiederà anche l’organizzazione di corsi di formazione linguistica ed enogastronomica.

La proposta economica (il rilancio o la conferma sul canone d’affitto pari a 22.000 euro l’anno) varrà il 30 per cento del punteggio, mentre il restante 70 sarà attribuito in base al progetto di trasformazione in chiave ricettiva-culturale dell’ex deposito ferroviario. Le scelte. «Il rimessaggio diventerà un hub turistico strategico per l’intero Sebino - spiega il sindaco Carlo Tengattini -. Inoltre la struttura potrà dare lavoro a giovani paraticesi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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