Corte Franca, nuova società per i rifiuti: è polemica

L’Amministrazione del paese franciacortino ha acquisito le quote di Servizi Comunali: contraria la minoranza
Il municipio di Corte Franca
Il municipio di Corte Franca
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Costi lievitati, rischio d’impresa a carico del Comune. La minoranza di Corte Franca snocciola tutte le perplessità sull’accordo municipio-Servizi Comunali che dal 1 gennaio porterà la società di Sarnico a farsi carico della raccolta dei rifiuti e della gestione della piazzola ecologica.

Secondo i rappresentanti di minoranza di «Prima di tutto Corte Franca», la scelta di adottare una gestione in house (nell’ultima seduta il Consiglio comunale ha dato il via libera all’acquisto di 27 quote della Servizi Comunali) nasconde parecchie ombre: «L’accordo fa sì che il rischio d’impresa resti in capo al Comune: a fronte di una spesa chiara, gli introiti dovuti alla commercializzazione dei rifiuti sono variabili, e quindi non prevedibili. Spesa peraltro lievitata: dal prossimo anno passa da 468 a 546mila euro.

Non solo. Il disciplinare tutela maggiormente la Servizi comunali: in caso di disservizi, la società non è chiamata a pagare nessuna penale. Al contrario, se il Municipio non rispetta l’accordo, ci sono more non indifferenti». Scelte. Perplessità a cui si aggiungono i dubbi delle due consigliere di maggioranza Elena Bonomelli e Maddalena Proto, secondo cui «anziché versare un milione e 200mila euro alla Servizi comunali per realizzare la nuova isola ecologica, l’Amministrazione poteva scegliere di destinare la somma per altri interventi più attesi, primo fra tutti il campo sportivo.

Detto questo - denunciano le due - spiace sapere che si sia affidato un servizio così importante come la raccolta dei rifiuti senza aver compiuto una seria indagine di mercato fra varie aziende esperte nel settore». L’acquisto delle quote della Servizi Comunali è quindi passato in Consiglio, ma con numeri risicati: sette contro cinque. «Abbiamo scelto di affidare il servizio ad una società pubblica che non può fare utili - ha replicato il sindaco Gianpietro Ferrari -, già questo è una garanzia. E l’indagine di mercato non serve a nulla se si opta per una modalità in house». Le polemiche non sono però destinate a placarsi.

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