Con il metodo «The Farmer» il contadino digitale Matteo Fiocco conquista il web
«Un ettaro di orto, cinque pecore, dodici galline, duecentomila api, due asini, un vigneto e centodieci ulivi». Forse non sarà la ricetta della felicità, ma ci si avvicina parecchio per il bresciano Matteo Fiocco, alias Matt The Farmer, il «contadino digitale» che è diventato il punto di riferimento sui social nell’ambito agricolo e una delle realtà più vive nel panorama della comunicazione green d’Italia.
Da insegnante a contadino
Bresciano classe '88, ex professore di religione laureato in Scienze religiose all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, una decina di anni fa Fiocco ha comprato un piccolo appezzamento abbandonato a Cellatica con l’obiettivo di creare una fattoria domestica. Da subito ha iniziato a condividere su Youtube il racconto settimanale delle sue giornate nei campi.
«Ho cominciato coltivando l’orto in giardino, ma desideravo un pezzo di terra più grande anche per tenere delle galline, coltivare viti per il vino e uno spazio per le scampagnate con gli amici - racconta Matteo Fiocco -. Poi la situazione mi è sfuggita di mano e sono arrivato fino a qui».
Il metodo «The Farmer»
Da hobby, «i racconti delle mie giornate nel contesto in cui vivo» sono diventati un diario di viaggio condiviso con milioni di utenti che si sono uniti formando una delle più grandi digital community di «farmer» d’Italia, raggiungendo gli oltre 370mila iscritti su Youtube. Fiocco ne parla abitualmente anche nel programma condotto da Antonella Clerici e trasmesso su Rai1 «È sempre mezzogiorno».
Con il metodo «The Farmer», infatti, gli appassionati e professionisti del mondo agricolo possono seguire sui social i video esplicativi di Fiocco pieni di consigli pratici su come coltivare l'orto, allevare pecore, api, gestire uliveti e vigneti e testare macchinari agricoli. C'è anche un manuale di otto video lezioni che spiega passo passo come fare un orto partendo da zero.
«La mia verdura preferita sono i cavoli e i pomodori. Non facciamo mai monovarietà, ma ne coltiviamo sempre di diverse, così non ci si annoia - continua Fiocco -. La terra regala, però non la si deve trattare con arroganza e avidità. Non puoi sfruttare tutto il suolo, altrimenti si impoverisce, solo se sei generoso la natura ti dona. Io, ad esempio, lascio sempre del miele alle mie api, non lo porto via tutto, così loro sono più forti per resistere all'inverno».
Da fattoria domestica ad azienda agricola
La svolta per Matt The Farmer arriva nel 2022. Nei mesi scorsi la piccola fattoria domestica di Matteo Fiocco si è trasformata nell'azienda agricola «Stato Brado», la cui mascotte è l'ariete Boris. Spiega il titolare: «Da usurpatori del terreno quali potremmo essere bisogna divenirne custodi. L'azienda agricola l'ho chiamata così perché qui sono gli animali, liberi al pascolo, a concimare la terra. Meno fa l'uomo, più fa la natura».
Fare comunità per combattere il cambiamento climatico
Ci sono novità anche nei contenuti. Rispetto agli inizi, sui social Matteo Fiocco adesso parla anche di burocrazia, crisi climatica, di vendita e trasformazione di prodotti della terra. Di fronte alla crisi ambientale, il Farmer bresciano ha le idee chiare. «A mio avviso, i cambiamenti climatici sono un fatto culturale e dobbiamo modificare il nostro approccio nei confroni del mondo. Per farlo dobbiamo fare pressing sulla politica, riconcepirci come comunità e fare scelte coraggiose che poi porteranno a benefici per tutti».
E l'agricoltura? «Noi oggi abbiamo bisogno di salvaguardare i nostri terreni e incentivarli. Meno burocrazia e più scelte sostenibili» commenta Matteo Fiocco. Per quanto riguarda la siccità che quest'estate ha colpito gravemente il settore agricolo, il bresciano ritiene che «non è stato solo il problema dell'acqua a metterci in crisi, ma anche il caro gasolio ed energia. Per tirare fuori l'acqua dai pozzi serve energia, se arriva a costare anche più del doppio, come fai a irrigare e coltivare?».
Quel «Ma te sét mat»
Le trasformazioni, insomma, non lo spaventano e le sfide da affrontare in futuro per la tutela e la cura della terra lo entusiasmano. «Il mio lavoro mi rende felice e appagato - conclude Fiocco -. Quando torno a casa la sera, sono stanco fisicamente ma ho la testa libera, a mio avviso, nessun altro lavoro mi ha mai fatto sentire così sereno».
Una chicca finale? Forse non tutti sanno che il nome Matt The Farmer dato alle sue pagine social rimanda alla frase che il nonno Luigi gli disse quando gli raccontò di voler comprare il campo. «Ma te sét mat» (ma tu sei matto, in dialetto bresciano): ed ecco pronto il nickname.
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