Cologne: addio a Valter Bonassi, ferito dai rapinatori nel ’90 era rimasto paralizzato
Nessuno potrà mai dimenticarlo. Il suo sorriso contagioso, la sua tenacia, lo spirito avventuroso, la continua sfida ad andare oltre i limiti di quel corpo che 32 anni fa era cambiato a causa di una maledetta rapina.
Valter Bonassi se n’è andato ieri mattina a soli 56 anni, ritrovato morto in bagno, nella sua casa di Cologne, dalla figlia undicenne. La sua scomparsa così improvvisa ha profondamente colpito la comunità che si è stretta alla famiglia. Gli spari. Nato nel 1965, era figlio di Eugenio Bonassi e di Lucia Casanova, coppia che nel 1960 aveva aperto l’oreficeria più celebre della zona, sita in piazza Garibaldi. E sin da ragazzino Valter aveva imparato il mestiere insieme con la sorella Norma (attuale titolare).
L'assalto e le tre pallottole
Un giorno di metà ottobre 1990 tre rapinatori avevano fatto irruzione nell’Oreficeria Casanova. I suoi genitori, all’epoca 65enne il padre e 60enne la madre (morta nel 2020) erano nel panico, ma lui li aveva difesi e aveva affrontato i criminali nel retrobottega, era stato colpito da tre pallottole. Una gli aveva procurato una lesione al midollo che lo ha poi costretto a vivere sulla sedia a rotelle a causa della paralisi delle gambe.
La rapina è ancora molto vivida nei ricordi dei colognesi, da sempre particolarmente legati a Valter. Lui, qualche anno dopo si è trasferito in Kenya, si è sposato e ha avuto una bambina. Tornato a Cologne con la famiglia nel 2019, si era fatto apprezzare nuovamente dalla comunità e dai vecchi amici.
Un malore
Pochi giorni fa era andato in ospedale per un problema fisico, ma era tornato subito a casa. Poi ieri mattina, forse un malore fatale mentre era in bagno dopo il risveglio. Per fare luce sull’accaduto, la famiglia ha richiesto l’autopsia. Per questa ragione il corpo è stato portato al Civile di Brescia. Per la data dei funerali, bisognerà quindi ancora attendere.
Il ricordo
A ricordarlo sono stati in molti a Cologne, come il sindaco Carlo Chiari, che ha spiegato di essere «affranto dalla notizia della morte di Valter», perché «era un ragazzo della mia generazione, con cui sono cresciuto: c’è come la sensazione che un filo si sia spezzato». A piangerlo è però anche Gianmario Fortunato, suo vicino di casa e ragazzo che ben conosce le difficoltà di vivere su una carrozzina a causa della sua distrofia muscolare. «Era una persona buona ed energica: nonostante la sua condizione era uno sportivo e andava anche in handbike - ha commentato Giammy -. Da quando era tornato in paese lo vedevo e si intratteneva spesso con me. Ci mancherà».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato