Chiazza nel lago d'Iseo, Arpa al lavoro
Sindaco, tecnici Arpa, operatori di Aob2 (l'azienda che ha in gestione l'acquedotto e lo sfioratore di Pisogne), normali cittadini: tutti con gli occhi rivolti verso le acque del lago. L'osservata speciale è la maxi macchia ora visibile solo dalle barche. Dopo la denuncia di Legambiente, mercoledì mattina a Pisogne è tempo di verifiche e approfondimenti.
La chiazza con un'estensione di quasi tre chilometri, comparsa sabato pomeriggio sulle acque dell'alto lago d'Iseo, tra Pisogne, Costa Volpino, Lovere e Castro, sarebbe, secondo gli attivisti di Legambiente, provocata da un guasto dello sfioratore di Pisogne. Tuttavia il sindaco Panigada smentisce e se la prende con Legambiente, che non avrebbe avvertito per tempo le autorità. "Invece di fare polemica Legambiente avrebbe dovuto contattarci immediatamente. Così avremmo potuto attivarsi subito e contenere l'espansione della chiazza".
Quel che è certo è che l'Arpa è entrata in azione con sopralluoghi e prelievi di campioni di acqua, che saranno sottposti a due tipi di analisi: batteriologiche e chimiche. In ogni caso i risultati dovrebbero arrivare venerdì. Il direttore Arpa Giulio Sesana, nel frattempo, ha aperto all'ipotesi naturale: la chiazza potrebbe essere mucillagine, smossa dal lago a causa delle alte temperature".
In campo anche la Protezione civile e tecnici di Aob2 che proprio mercoledì hanno fatto verifiche sullo sfioratore. Dalle prime notizie trapelate non sarebbero stati verificati guasti o un malfunzionamento.
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