C’era una volta l’Ululone dal ventre giallo

L'Ululone dal ventre giallo sul Guglielmo si è estinto. Ma sono stati trovati altri anfibi e rettili da tutelare
AA

C’era una volta l’Ululone dal ventre giallo, un rospetto con la pancia colorata che viveva tra le pozze d’acqua dedicate agli animali d’alpeggio del monte Guglielmo. Oggi l’Ululone non c’è più. Sul gigante sebino-valtrumplino s’è estinto. A ufficializzarlo sono stati 11 anni di ricerche - dal 2005 al 2015 - della Societas Herpetologica Italica, associazione scientifica che promuove la conservazione di anfibi, rettili e del loro habitat, stimolata dal saretino Rocco Tiberti, esperto di biologia animale e ricercatore al Parco del Gran Paradiso.

La scoperta però non è l’unica. In più di un decennio di studio, che ha accumulato 726 «osservazioni», sono state trovate cinque specie di anfibi e sette di rettili. Alcuni molto ridotti in numero, ed evidentemente bisognosi di tutela. Così il gruppo di lavoro ha istituito l’Area di Rilevanza Erpetologica a valenza regionale (Arer) del Monte Guglielmo, «un riconoscimento incoraggiante - come ha spiegato lo stesso Tiberti - anche se non comporta ancora l’adozione di misure di protezione istituzionali».

Nonostante le perdite, dovute alla riduzione negli anni delle pozze dell’alpeggio, il Golem presenta ancora una singolare diversità di anfibi e rettili, con popolazioni abbondanti di Tritone crestato italiano, un’altra specie protetta a livello europeo ma in forte declino. Le ricerche di Tiberti e del suo pool hanno rivelato la presenza di almeno 9 Salamandra salamandra, 91 tritoni, 4 Bombine variegate (rane), 74 rospi Bufo bufo, 499 rane Temporarie, 27 Podarcis muralis (lucertole), 8 Lacerte bilineate (ramarri), 8 Anguis veronensis (orbettini), 2 Hierophis viridiflavus (serpenti), 7 Natrx natrix (bisce dal collare), 1 Zamenis longissimus (serpente che può raggiungere il metro e 80), e una vipera Aspis.

La relazione elencata anche una serie di problemi di conservazione che a medio-lungo termine potrebbero sterminare l’erpetofauna del Guglielmo. Si va dalla persecuzione di anfibi e rettili da parte dell’uomo, alla raccolta illegale di rana Temporarie, fino al prosciugamento di alcuni siti riproduttivi e alla presenza di vasche artificiali, vere e proprie trappole per gli anfibi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia