Caso Bozzoli, l'esperimento con il maiale nel forno di Provaglio
Il forno non è scoppiato e non c'è stata puzza fino a quando non è stata sollevata la cappa. Sono questi i primi elementi che arrivano dalla fonderia Gonzini di Provaglio d'Iseo, dove è stato effettuato l’esperimento giudiziario voluto dalla Corte d’Assise di Brescia, presieduta dal giudice Roberto Spanò, nell’ambito del processo a carico di Giacomo Bozzoli. Il forno non è esploso nel momento in cui è stato inserito un maiale morto.
L’animale, che pesava 13,2 chilogrammi, è stato calato sul bagno di metallo fuso alle 15.10 dal proprietario della fonderia.
Per gli avvocati di Giacomo Bozzoli, che erano presenti insieme al loro assistito, «si avverte un forte odore di peli bruciati».
Alle 16.35 i Vigili del fuoco se ne vanno: segno che non c’è più alcun rischio. Sui resti del maiale sarà effettuato un prelievo per consentire l'analisi del Dna.
Le proteste degli animalisti
Fuori dalla fonderia sono presenti una ventina di animalisti che espongono lo striscione con la scritta: «Non c’è pace senza giustizia, anche per gli animali. Una giustizia insanguinata è un crimine. Giù le mani dagli animali» firmato dal fronte animalista. «Quando volete voi gli animali e gli uomini sono uguali. Vergognatevi» è stato gridato dagli animalisti.
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