Carabiniere dà fuoco alla casa: resta in cella
Lui preferisce non parlare. Il pubblico ministero Erica Battaglia preferisce sottoporlo ad un’indagine psichiatrica. In attesa dell’esito della consulenza il giudice delle indagini preliminari preferisce tenerlo dov’è.
Resta in cella il 35enne carabiniere forestale che tra sabato e domenica notte ha appiccato un incendio nella sua casa di Passirano dopo essersi barricato al suo interno con la figlia dodicenne. Si è concluso con questa decisione l’interrogatorio di convalida che ieri mattina a Canton Mombello ha visto Fabio Di Marzo, accompagnato dall’avvocato Fausto Consoli, davanti al giudice delle indagini preliminari Luca Tringali.
Nelle prossime ore il militare, da tempo in aspettativa, seguito dagli specialisti dell’Arma e privato della pistola d’ordinanza, sarà sottoposto ad un consulto psichiatrico. Non è da escludere che, all’esito dell’approfondimento, possa essere trasferito in una struttura di cura.
L’uomo è accusato di tentato omicidio aggravato ed incendio doloso. Le ragioni del suo gesto sono al centro della ricostruzione degli inquirenti. Sotto la lente la fine della relazione con la madre della figlia, che da tempo aveva lasciato il tetto coniugale, e un’accesa discussione proprio sull’educazione della ragazzina.
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