Cantieri in anticipo: i lavori alla piscina stoppati dal Tar

Accolta la richiesta di sospensiva presentata da Legambiente
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Ruspe ed operai sono fermi già da martedì mattina. Da quando cioè si è avuta conferma che il Tar di Brescia ha accolto la richiesta di Legambiente di sospendere i lavori per la trasformazione della piscina di Paratico in nuove unità commerciali. Una sospensione che rimarrà in vigore almeno fino al prossimo 23 novembre, in attesa del pronunciamento del Tribunale amministrativo.

A renderlo noto sono gli stessi ambientalisti che, dopo le perplessità evidenziate nei primi giorni di apertura del cantiere in via Mazzini, hanno fatto ricorso al Tar bresciano: nel mirino del sodalizio l’intervento di trasformazione approvato dall’Amministrazione comunale e avanzato dalla One Italy srl. Con un’offerta di 540.000 euro, l’azienda bergamasca si era infatti aggiudicata la piscina (mai riempita né inaugurata) durante l’asta fallimentare indetta dal tribunale di Monza lo scorso 27 gennaio. E il progetto avanzato dalla One Italy prevedeva, dopo l’abbattimento del vecchio impianto natatorio, la realizzazione di due negozi.

A non andare giù a Legambiente, che in prima battuta aveva semplicemente fatto richiesta degli atti ufficiali in Comune, non solo la trasformazione in chiave commerciale di un’area «di particolare pregio ambientale, soggetta a plurimi vincoli». Ma anche una questione di correttezza formale: «I lavori - si legge nel decreto emesso dal Tar - sono iniziati il 29 agosto 2016, quasi un mese prima dell’entrata in vigore della variante al Pgt che ha aumentato la superficie lorda edificabile dell’area in questione, nonostante l’efficacia del permesso di costruire fosse stata condizionata all’entrata in vigore stessa della modifica urbanistica». Un inizio lavori anticipato che non è sfuggito al circolo basso Sebino di Legambiente. E che, a questo punto, potrebbe costare caro sia al Municipio sia all’azienda costruttrice. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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