Bruno Barbieri, lo chef in mocassini in Franciacorta

Per Berlucchi lo chef ha proposto un suo menu in abbinamento ai Franciacorta della casa. Per noi svela qualche "anteprima" di MasterChef
Bruno Barbieri a Borgonato
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Dici Bruno Barbieri e già senti nelle orecchie quel suo amabile accento bolognese mentre nella mente si disegna la sua inconfondibile figura di chef in mocassini (rigorosamente senza calze) che in tre anni di MasterChef è diventata familiare.

E mentre Cielo (canale 26) sta mandando in onda la terza stagione del cooking show più famoso d’Italia, il più amato dei giudici - gli altri sono Carlo Cracco il «bello» e Joe Bastianic il «cattivo» - è stato ospite del Festival del Franciacorta.

Per Berlucchi lo chef ha proposto un suo menu in abbinamento ai Franciacorta Millesimati e Riserva della casa. Per noi, invece, distilla - ad arte - le prime informazioni sulle future e, al momento blindatissime puntante del talent, di cui sono in corso a Milano, le registrazioni.

«Quando sono sul set mi sveglio alle 6, apro la tv, mi guardo un po’ di telegiornali e poi, beh, poi è già ora di registrare. Ore e ore, nessuno immagina quanto lavoro ci sia dietro questo programma. Comunque: squadra che vince non si cambia». Che è il suo modo di dire che nella cucina di SkyUno saranno ancora loro, i magnifici tre, a decidere i destini dei concorrenti. «Il nostro è un talent fatto da persone che non fanno gli chef per mestiere. E quest’anno le scelte vanno più che mai verso la ricerca di un talento. I concorrenti in gara dovranno essere in grado di valorizzare le materie prime italiane, tipiche, di nicchia. Un canale, anche questo, per far arrivare il meglio dell’Italia culinaria fuori dai confini. Ma più di questo non posso dire».

Ma poi aggiunge: «Lo stampo, si capisce, è quello. Ma dopo tre anni, un po’ di peperoncino andrà messo. Ormai le persone ci conoscono, ci osservano, sanno come reagiamo. Dovremo cambiare. Chissà che Cracco stavolta non faccia il buono e io, chissà, il cattivo - sorride e prosegue -. Sono bolognese, nel Dna non ho la cattiveria. Certo siamo in una gara e chi vince diventa una star. Quindi i concorrenti vanno messi alla prova anche psicologicamente». Prepariamoci quindi a mystery box, invention test, prove esterne, pressure test e duelli ad alta tensione emotiva. E guai a chi oserà presentare ai giudici imbarazzanti «mappazzoni». Parola di Bruno Barbieri.

Cecilia Bertolazzi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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