Bandito perché specie non autoctona, il coregone torna nel lago d’Iseo

È stato dimostrato il contrario, quindi via libera all'immissione del pesce nel Sebino usando l'incubatoio di Clusane
Coregoni appena pescati - © www.giornaledibrescia.it
Coregoni appena pescati - © www.giornaledibrescia.it
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Il coregone torna nel Lago d’Iseo dopo essere stato bandito per un anno quale specie non autoctona e quindi con conseguente divieto di immissione di avannotti.

«Si tratta di una notizia attesa da tempo, sia dai pescatori di professione che dai ristoratori, per i quali il coregone è una delle specie più pregiate e più richieste a tavola - riferisce Diego Invernici consigliere regionale di Fratelli d’Italia che si è battuto per quest’obiettivo, fin dalla sua nomina in Regione -. Finalmente possiamo dare l’annuncio dopo che il Ministero dell’Ambiente ha confermato all’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi l’autorizzazione per l’immissione del pesce nel lago per il triennio 2024/2026». Secondo le indicazioni del Ministero, le produzioni potranno essere realizzate dall’incubatoio di Clusane per un massimo annuo di cinque milioni di larve di circa 12 mm. Gli uffici regionali provvederanno a definire gli aspetti tecnici e contrattuali della gestione, così da consentire la ripresa delle immissioni a partire dalla prossima primavera.

Soddisfazione

«Non esito a definirlo un risultato storico - prosegue Invernici -, ottenuto grazie alle battaglie del territorio e al lavoro degli uffici regionali, che dopo aver inviato uno studio di valutazione del rischio nel 2021, a cui è seguita la richiesta di deroga, hanno vinto sulla burocrazia e l’estremismo ambientalista, dimostrando che il coregone è a tutti gli effetti una specie autoctona. Ringrazio l’assessore Beduschi per l’impegno in questo campo e tutti coloro che hanno lavorato e ci hanno creduto con noi».

Un risultato apprezzato anche dal consigliere comunale e rappresentante dei pescatori del lago d’Iseo Raffaele Barbieri. «Avere unito le forze - commenta - è servito per ottenere finalmente la deroga, che avrà un impatto importante per tutta l’economia locale, dando lavoro ai pescatori e ai ristoratori che potranno tornare a servire uno dei simboli del nostro territorio». Fino a due anni fa, un gruppo di pescatori di professione era autorizzato alla pesca del coregone per il recupero delle uova, tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. Queste poi venivano conferite all’impianto di Clusane d’Iseo dove c’era l’accrescimento degli avannotti e la successiva semina nel lago. Questa prassi, abbandonata, ora potrà riprendere come un tempo.

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