Baggio eyewear alla fashion week di Milano
«B» come bollicine, «B» come... Baggio. Lo storico negozio di preziosi e orologeria, dal 1930 nel pieno centro storico di Rovato, ha deciso di guardare lontano attraverso un paio di occhiali, da sole e da vista, totalmente autoprodotto e lanciato con la nuova linea «Baggio eyewear».
Una strada, quella intrapresa da papà Giorgio e dal figlio Alessandro, che condurrà i Baggio nel prossimo fine settimana all’interno di uno dei tempi italiani del «bon vivre», l’Hotel Principe di Savoia di Milano che da giovedì 20 a sabato 22 febbraio ospiterà le creazioni rovatesi all’interno della Fashion week meneghina.
«I sei modelli - dice Alessandro Baggio, che ha curato questo primo esperimento di occhiali "made in Rovato" - sono declinati in cinque varianti di colore, selezionati per dare maggior risalto a forme talvolta dolci, altre decise, altre dal vago sapore vintage. Abbiamo scelto un percorso numericamente limitato, per controllare e certificare al 100% materiali e montaggio: la produzione è stata interamente affidata alla Kador, azienda artigiana di Calalzo di Cadore. Abbiamo raccolto l’esperienza di quattro generazioni per raccontare l’eccellenza in termini di qualità, design e innovazione».
I primi occhiali rovatesi sono fortemente legati al territorio, e in particolare al prodotto per antonomasia dell’Ovest Bresciano, le bollicine: packaging ed espositori, lavorati da artigiani locali, ricalcano gli imballaggi delle preziose bottiglie e il frutto di una vite carica di acini d’uva. Anche i testimonial sono autoctoni: lo schermidore Andrea Cassarà, lo chef Fabrizio Albini e Federico Marchetti, voce e chitarra della rock band «Park Avenue». A Giovanni Massetti, giovane designer, l’incarico di seguire l’intero lavoro. Proprio ai giovani designer italiani è dedicato il concorso nazionale «Design dell’occhiale», aperto sul sito www.baggioeyewear.com.
Entro la metà di marzo è possibile proporre la propria linea. Il vincitore, oltre a un premio di 1500 euro, avrà la possibilità di seguire interamente il percorso di concept e produzione, attraverso uno stage di sei mesi all’interno dell’azienda. Al termine del tirocinio, la possibilità di essere assunti nell’azienda. All’appello hanno già risposto diverse scuole d’alta formazione italiane, come lo Ied di Milano. La proposta è comunque aperta a tutti i giovani designer, chiamati a lavorare da soli o in gruppo.
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