Autobus sul Sebino: meno corse in estate e biglietti più cari da settembre
Biglietti più cari dal primo settembre per chi vorrà muoversi in autobus sul lago d’Iseo. L’Agenzia della mobilità di Brescia e provincia avrebbe deciso infatti per un ritocco verso l’alto dei costi delle corse extraurbane dalla prossima settimana, ritocco quantificabile nel 7,6%, andando oltre quindi a quanto stabilito dalla legge regionale secondo cui il rincaro sarebbe dovuto essere del 4,8%.
L’aumento per Arriva Brescia, società del gruppo Deutsche Bahn, una delle due che operano sul territorio lacustre, arriverebbe dopo un’estate in cui le corse hanno subìto una drastica riduzione numerica nelle settimane tra il 17 luglio e il 27 agosto. In particolare tra Iseo e Sarnico le corse sono passate da undici al giorno a tre, risentendo anche della mancanza degli studenti, che sono probabilmente i maggiori fruitori del servizio.
Negli ultimi giorni le due «capitali» sebine sono rimaste collegate dai bus di Arriva Brescia con partenze (da Iseo in via Gorzoni) alle 9.10, alle 17.30 e alle 18, con arrivi (a Sarnico in piazza Matteotti) rispettivamente alle 9.25, 17.45 e 18.15.
I tagli prima e i paventati rincari poi, hanno provocato polemiche e malumori. Per l’esperto di trasporti di Legambiente del basso Sebino, Dario Balotta, «tagli e limitazioni sono in corso ormai da anni e hanno il solo obiettivo di risparmiare sui costi. In particolare nel periodo estivo però questo cattivo costume rischia di ridurre fortemente le corse, provocando una vera e propria desertificazione del trasporto pubblico, sul lago d’Iseo come in gran parte delle strade della nostra provincia. È infatti molto difficile trovare un autobus nelle ore pomeridiane e serali nei giorni feriali, mentre nei giorni festivi è quasi impossibile. Avanti di questo passo, comunque, tagli e aumenti dei biglietti rischiano di fare naufragare il trasporto pubblico locale, riducendolo esclusivamente al trasporto scolastico».
«Questo - chiude Balotta - è in netto contrasto con quanto accade in Europa, dove il trasporto pubblico è capillare e le frequenze consentono davvero, anche nelle località rurali, di poter lasciare a casa l’automobile riducendo il traffico e l’inquinamento di un’aria sempre più ammalata».
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