Anonimato finito per la piazza: sarà dedicata a De André
«Ci vediamo in piazza». Già, ma quale piazza? Da quando è stata costruita, nel 2004, l’agorà paraticese non ha mai avuto un nome. Non piazza Garibaldi, non piazza 28 Maggio, nemmeno piazza Largo marinai, solo per citare le piazze lacustri più vicine. Così i suoi cittadini, almeno fino ad oggi, si sono dati appuntamento citando genericamente quello spazio attorno a palazzo Rocchetta, sede, fino al 2017, del municipio. Dopo 14 anni, però, l’anonimato sembra essere arrivato al capolinea: «A luglio intitoleremo la nostra piazza a Fabrizio De André, artista che, con le sue canzoni impegnate, è uno dei cantautori italiani più apprezzati di sempre» annuncia l’assessore al Turismo Silvia Marzoli. E piazza De André sia, dunque. Ma non solo. Al cantautore ligure sarà dedicata anche l’edizione 2018 del simposio biennale di scultura: i cinque manufatti che verranno plasmati durante il concorso internazionale (15-22 luglio) saranno collocati in piazza e dovranno essere ispirati all’antologia postuma del cantautore intitolata «In direzione ostinata e contraria».
Ora i bozzetti. A proposito di simposio: tutti gli scultori avranno tempo fino al 30 aprile per consegnare all’Amministrazione paraticese i bozzetti. Entro il 25 maggio la Giunta guidata dal sindaco Carlo Tengattini sceglierà i cinque artisti pronti ad arricchire il mosaico di sculture di pietra che, dal 1994, caratterizza la cittadina lacustre. Oltre una settantina le opere già installate in angoli strategici di Paratico: dalle Chiatte al viale della stazione, dal parco Segafieni alla futura piazza De André fino alla zona delle scuole. E i bozzetti, nel 2016, erano arrivati un po’ da tutto il mondo: Italia ma anche Repubblica Ceca, Bulgaria, Corea, Israele, Perù, Argentina e Ecuador. Per l’edizione alle porte il Comune si aspetta un parterre di artisti altrettanto internazionale. Come da tradizione, agli scultori si chiederà di modellare la pietra arenaria en plein air, nella zona della stazione. I blocchi di pietra, tutti provenienti dalle cave del territorio, saranno alti due metri: i maestri dello scalpello potranno ricavare, solo ed esclusivamente con attrezzature manuali, un volto, un mezzobusto oppure una figura intera. Liberamente ispirate a De André.
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