Ampliamento Porte Franche, Moretti: «Non siamo cementificatori»

Il centro commerciale deve ampliare la propria offerta, per mantenere i posti di lavoro di oggi, aggiungendone un centinaio
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«Non avrei mai pensato che, sull’ampliamento delle Porte Franche, si potesse accendere un dibattito di tale livello. Non siamo cementificatori».

A parlare, per la prima volta, è il 75enne Vittorio Moretti, deus ex machina dell’omonimo gruppo - e presidente del Consorzio di tutela del Franciacorta -. In vista della consultazione popolare di domenica 29 maggio - il Comune chiede un sì o no all’ampliamento -, Moretti prende parola perché «amareggiato dalle accuse e dalle polemiche sollevate. Voglio dire la mia anche a causa delle forti preoccupazioni che avverto, sia per il futuro delle aziende del gruppo e delle persone che vi lavorano sia per il futuro della Franciacorta, cui io la mia famiglia siamo profondamente legati».

L’Albereta, la cantina Bellavista, il golf di Franciacorta («nato in una cava») sono, per Moretti, la prova di «cinquant’anni di attività portate avanti avendo a cuore il territorio, contribuendo a farlo conoscere nel mondo, costruendo un brand internazionale».

Moretti, da imprenditore, non si nasconde dietro a un dito: «L’ampliamento - dice - rappresenta per noi un’opportunità significativa. Vuol dire poter garantire una continuità di lavoro ai nostri dipendenti, circa duemila persone tra Moretti, indotto e Porte Franche».
I nuovi 10mila metri quadri di commerciale, in ipogeo, si rendono necessari, per Moretti, «a fronte dell’ampliamento di Orio Center o al progetto Ikea a Roncadelle.

Il rischio è che i potenziali clienti si rivolgano altrove. Il centro commerciale deve ampliare la propria offerta, per mantenere i posti di lavoro di oggi, aggiungendone un centinaio: nonostante la crisi devastante, le nostre aziende dal 2008 a oggi non hanno fatto un’ora di cassa integrazione. Stare sul mercato vuol dire trovare nuove strade, nuove prospettive, rimettersi in gioco. È quello che vogliamo fare, sempre nel rispetto del nostro straordinario territorio, con un progetto all’avanguardia e improntato alla sostenibilità ambientale».
Le polemiche. A chi si oppone all’ampliamento, in quanto nuova cementificazione, Moretti replica con una staffilata: «Negli anni recenti sono state concesse autorizzazioni per 31mila metri di commerciale attorno alle Porte Franche, con realizzazioni che, quanto a impatto ambientale ed estetico, sono lontane anni luce dalla nostra. 

«Col nostro progetto - aggiunge - Erbusco avrà 36mila metri quadrati in più di terreno agricolo rispetto a oggi, con un parco e aree verde in superficie, oltre a una mobilità più fluida grazie a due rotatorie e all’ampliamento a quattro corsie dell’attuale viabilità, con un grande viale alberato. Con la terra da scavo del cantiere riqualificheremo il terzo di ex cava Noce di nostra proprietà, declassandola da edificabile ad agricola, sotto stretto controllo di Arpa, e versando anche tre milioni al Comune per opere pubbliche». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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