Al Museo civico di Iseo il fascino di burattini e teatri di carta

Questa domenica l’inaugurazione della nuova mostra curata da Giacomo Bruno Poieri e dal prof. Tonino Mazza
Alcuni burattini della famiglia di Gioppino in mostra ad Iseo © www.giornaledibrescia.it
Alcuni burattini della famiglia di Gioppino in mostra ad Iseo © www.giornaledibrescia.it
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«Burattini e teatri» danno appuntamento a tutti questa domenica, e poi nelle settimane a venire, alla Collezione civica di Iseo. Con loro anche alcune marionette, fogli di scena e quadri, per una convocazione che non guarda alla registrazione anagrafica, ma s’allarga a chiunque non abbia definitivamente, e tristemente, relegato la fantasia nel baule di qualche soffitta.

Alle 10, infatti, si inaugura la nuova mostra al Museo di vicolo della Manica, mostra per la quale l’infaticabile Tonino Mazza ha chiesto ed ottenuto la collaborazione di Giacomo Bruno Poieri, autentica istituzione del ramo e collezionista tra i più forniti quando si tratta di burattini, marionette, pupi e scenari in cui si muovono.

È lo stesso Poieri a spiegare titolo e genesi dell’esposizione: «Non volevamo fare la "fotocopia" della mostra proposta una decina d’anni fa, dedicata ai burattini. Abbiamo così deciso di abbinare loro, e di dedicargli un congruo spazio, i teatri di carta, che all’estero hanno un seguito spaventoso. In Italia ci sono alcune raccolte private raramente aperte al pubblico, alcuni sono visibili al Museo della Scala a Milano. In Europa ci sono una trentina di festival in cui si possono ammirare, l’ultimo è stato a Troyes con pezzi provenienti da tre continenti». Poieri potrebbe parlare per giorni dell’argomento, partendo dalle origini inglesi del teatro di carta («Nel 1812 in una stamperia vicino a Covent Garden si cominciarono a fare delle stampe dei più celebri attori dell’epoca, per poi farli esibire appunto in teatri di carta»), passando per gli editori che si sono dedicati alla produzione dei fogli («Per ogni spettacolo ne servivano cinque o sei, dal frontale alle scene, dalle tende ai vari fondali: i più belli erano quelli italiani, dal 1875 in avanti»).

Sanno comunicare anche i pezzi esposti, capaci di trasmettere la sapienza con cui sono stati preparati e di evocare le atmosfere degli spettacoli che hanno ospitato. Ve ne sono di tutte e tre le misure standard (piccolo, medio e grande), il più vecchio è un Pellerin di Epinal, Francia, risalente al 1890. Non manca poi tutto quello che deve esistere nel baule di un burattinaio: ecco le serie dei Gioppini, dei sultani, dei diavoli e dei briganti. Spazio anche ad alcune marionette, oltre che ad una ventina di quadri di Tancredi Muchetti, tra cui dieci di soggetto marionettistico o burattinesco.

All’interno della mostra i burattini non si limitano a farsi ammirare. Prendono anche vita grazie alle sapienti mani di Giancarlo Consoli, presidente dell’associazione culturale «I burattini del teatro delle meraviglie». Sarà lui, nel teatrino da 50 posti appositamente allestito, a proporre già domattina uno spettacolo, che replicherà il 7, il 14 ed il 28 aprile alle 11 e poi sarà riproposto anche in maggio, nell’ambito del Festival dei laghi, e su richiesta delle scuole interessate. E a fianco del teatrino ecco in bella mostra i burattini del terzo millennio, realizzati con la stampante 3D da Franco Foresti dopo aver scannerizzato il volto di iseani conosciuti, e poi dipinti da Micio Gatti. La tradizione continua, non ha nessuna intenzione di restare chiusa nel baule di qualche soffitta: condividere, non via social, da domani alla Collezione civica di Iseo.

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