Affidata al padre: polemiche e paese in subbuglio

I servizi sociali a casa, in un paese della Franciacorta, per toglierla alla madre, mentre continua il fuoco incrociato tra i legali
Uno degli striscioni comparsi nel paese della bambina - Foto © www.giornaledibrescia.it
Uno degli striscioni comparsi nel paese della bambina - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Un paese in subbuglio, il fuoco incrociato di due avvocati, una coppia in modalità tensione da anni e in mezzo la figlia, una bambina di dieci anni. Il nome di fantasia è Angela, mentre è reale l’incubo che sta vivendo. E oggi rischia di toccare il punto più alto. Quando i servizi sociali inviati dal Tribunale si presenteranno alla porta di casa per allontanarla dalla madre, per consegnarla al padre in virtù di una sentenza che nei giorni scorsi ha disposto l’affidamento esclusivo all’uomo.

È l’epilogo del caso di cui abbiamo scritto pochi giorni fa e che abbiamo anche affrontato in Messi a fuoco. Riassumibile in due parole: alienazione parentale, condizione psicologica disfunzionale che si attiva nei minori coinvolti in separazioni conflittuali, non riconosciuta dalla comunità scientifica e nemmeno normata dal Codice penale.

Secondo diverse consulenze, anche di parte, la madre avrebbe fatto una sorta di «lavaggio del cervello» alla figlia per tenerla lontana dal papà. Così la bambina non lo vuole incontrare. «Non si è attivata per preservare la relazione padre-figlia e ciò induce a formulare un giudizio di inadeguatezza genitoriale della madre ed appare opportuno affidare la minore in via esclusiva al padre che si è rivelato un genitore dotato di buone competenze e sicuramente interessato a recuperare la relazione con la figlia», si legge in una sentenza.

Nel paese di residenza della bambina e sui social intanto è montata la polemica.

 

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