Addio ad Archetti, la sua Campagnola cuore dello sport bresciano
Si è spento lunedì all’età di 66 anni in seguito ai postumi di un intervento chirurgico al cuore, Domenico Archetti, mitico titolare della Trattoria Campagnola di Gussago. Giovedì alle 14.30 i funerali nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
Archetti non è stato un semplice ristoratore, ma un vero e proprio uomo di sport a 360 gradi. Costretto a lasciare il calcio ad alto livello ancor giovane per un serio infortunio, Archetti ha coltivato per anni, nella sua trattoria (che gli fu ceduta nel 1978 da papà Gino) il seme dello sport, iniziando da quel ciclismo che è stata una delle sue più grandi passioni. Numerose le serate trascorse nel locale a parlare delle due ruote, delle competizioni a livello dilettantistico della nostra provincia e non solo, magari programmando la trasferta per vedere da vicino la Sanremo.
Capitava molto spesso passando di lì di pescare nella sua trattoria campioni di levatura nazionale e internazionale. Dal ciclismo al calcio il passo è stato breve. Prima degli anni ’80 il mercato del calcio dilettantistico della nostra provincia aveva visto come sue sedi prima Castiglione e poi Orzinuovi. Perché non trovare un luogo più comodo da raggiungere per i diesse bresciani e che diventasse la sede ideale per poter discutere di acquisti, trasferimenti e cessioni, con l’ausilio magari di un bicchiere di vino, uno spaghetto ben fatto, un’ottima grigliata?
Per circa trent’anni la trattoria Campagnola è stato il fulcro dell’estate del calcio bresciano. Non c’era un addetto ai lavori che non fosse a conoscenza del fatto che il venerdì sera dalle ore 20.30 circa sino alle 3 della mattina a Gussago c’era la possibilità non solo di trascorrere una serata piacevole con dei buoni piatti, ma anche di imbastire affari importanti.
Da qui in sostanza si costruivano le squadre che avrebbero poi disputato il campionato. E così si cementavano amicizie, ne nascevano delle nuove, si coglieva l’occasione per trascorrere serate divertenti e mai banali con il piacere di condividere la realtà del momento. Nel frattempo, dal 1989 al 1991, Archetti aveva assunto anche il ruolo di presidente del Gussago Calcio.
Chiusa la lunghissima parentesi dello storico «mercatino» estivo dei dilettanti, Archetti ha continuato ad occuparsi assiduamente di sport ospitando riunioni organizzative, squadre di calcio in trasferta nel Bresciano, iniziative di ogni tipo. E arbitri di caratura internazionale come il designatore Farina e Orsato, oltre a fungere come punto di riferimento per l’associazione italiana dei direttori di gara. Tra le molteplici attività Archetti, che ha continuato a cimentarsi nel calcio giocato nei campionati Aics, si è segnalato anche come vice presidente dell’Arthob, l’associazione dei ristoranti, delle trattorie e delle Hostarie bresciane.
E poi il tifo per il Brescia, vero e genuino fu tra i pilastri insieme ad Alfredo De Zerbi del Centro coordinamento dei club. Quante volte al tavolo con lui si sono seduti giocatori del Brescia di ogni stagione, giocatori che lì avevano trovato un amico. E una seconda casa. Come migliaia di sportivi bresciani. Che ora si stringono alla moglie Liviana e ai figli Monica e Davide.
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