Studenti, uno su tre non termina studi o non ha competenze
L'abbandono precoce dell'istruzione e della formazione, la cosiddetta dispersione scolastica, in Italia si è ridotta nel tempo, attestandosi nel 2018 al 14,5% (fonte Eurostat 2019). E tuttavia accanto alla dispersione scolastica «esplicita» c'è una ulteriore dispersione «implicita» pari al 7,1% relativa a quei giovani che escono con un titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado, ma senza possedere nemmeno lontanamente le competenze di base che sarebbero previste dopo 13 anni di scuola. Sommando le due percentuali si supera il 20%: ovvero 1 giovane ogni 5 o non ha terminato il secondo ciclo di istruzione oppure, pur avendolo concluso, non ha le competenze corrispondenti al livello atteso. È quanto afferma Roberto Ricci, responsabile nazionale prove Invalsi sull'editoriale «La dispersione scolastica implicita» pubblicato questo mese.
Già al termine delle scuole medie la quota di allievi in grossa difficoltà è tutt'altro che trascurabile ma questo dato sfugge quasi totalmente alle statistiche ufficiali tradizionali, sottolinea lo stesso Ricci. Infatti, se nella provincia autonoma di Trento la percentuale di studenti in difficoltà alla fine della terza secondaria di primo grado è del 6,3%, del 6,6% in Friuli Venezia Giulia, del 7,2% in Valle d'Aosta e dell'8,1% in Veneto, nella provincia autonoma di Bolzano, nelle Marche e in Lombardia la percentuale sale all'8,3% ma balza al 10,2% in Emilia Romagna, al 10,8% in Umbria, all'11,6% in Toscana, al 12,1% in Liguria. Sale al 13% nel Lazio, al 13,8% in Abruzzo e arriva al 16,5% in Molise, al 18,9% in Puglia, al 19,9% in Basilicata, fino ad arrivare al 22,2% in Sardegna, al 25% in Campania, al 27,9% in Sicilia e addirittura al 29,6% in Calabria, la regione che fa registrare la peggiore performance, per una media italiana del 14,4%.
Per allievi in difficoltà si intendono coloro che hanno raggiunto al massimo il livello 2 in Italiano e matematica e che non hanno raggiunto il livello A2 in Inglese (Lettura e ascolto).
Dunque, fa notare Ricci di Invalsi, «in alcune regioni del Paese oltre 1 allievo su 4 termina la scuola media con livelli di competenza di base del tutto inadeguati, creando così le premesse del fenomeno della dispersione scolastica, comunque la si intenda. È del tutto evidente che un'azione tempestiva di aiuto a questi giovani porterebbe, nel giro di pochi anni, a ridurre sensibilmente i livelli della dispersione scolastica complessiva».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato