Studenti bresciani in viaggio, ad Antibes si è chiuso il progetto Europa@Passages
![Studenti intervistano Lorena Pasquini ad Antibes - © www.giornaledibrescia.it](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/1a200aeqkkpkv0qcfn8/0/studenti-intervistano-lorena-pasquini-ad-antibes.webp?f=16%3A9&w=826)
Si è concluso davanti al quadro «La joie de vivre» la gioia di vivere, al Museo Picasso di Antibes, il viaggio nei luoghi della resistenza antifascista spagnola e francese fatto da duecento studenti di sette istituti superiori di città e provincia per il progetto Europa@Passages sul tema «La guerre et la paix», la pace e la guerra.
Una scelta precisa della presidente del Centro studi I Luoghi, Lorena Pasquini, che ha promosso il viaggio di formazione ed educazione alla cittadinanza. «È un percorso che unisce più discipline, dalla storia all’arte al cinema - ha spiegato ai ragazzi - con l’obiettivo di raccontare la storia dell’Europa nel suo progetto di divenire Unione, unico modo per intravedere un futuro.
Tra passato e futuro nel mezzo ci siamo noi che dobbiamo basarci sui pilastri della nostra civiltà, che sono la solidarietà, l’uguaglianza, i diritti per tutti. Iniziamo dal passato - ha concluso - per guardare al futuro avendo come obiettivo la pace, la bellezza e la gioia.
![Il quadro «La joie de vivre» al Museo Picasso di Antibes - © www.giornaledibrescia.it](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/1a2018uc7ln6mfd3d8x/0/il-quadro-la-joie-de-vivre-al-museo-picasso-di-antibes.webp?f=16%3A9&w=800)
Questo sempre come culmine di ogni viaggio». In mattinata gli studenti avevano visitato a Marsiglia il Museo delle deportazioni, di tutte le deportazioni, non solo della Shoah. Shoah il cui ricordo è molto forte grazie ad alcune installazioni come quella che mostra le ceneri proveninenti dai campi di sterminio nazisti conservate in teche di legno, metallo e vetro. ragazzi di Abba, Artigianelli, Bonsignori, De Andrè, Antonietti, Canossa Campus e Perlasca accompagnati da alcuni dei loro pazienti e attenti professori, sono stati impegnati in questi 4 intensi giorni in laboratori di scrittura, fotografia, interviste e grafica che serviranno per realizzare una rivista con il reportage di restituzione dell’esperienza vissuta ai compagni rimasti a casa e alla cittadinanza, in un appuntamento pubblico il 24 aprile in San Barnaba.
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