Scuola, tra nuovi e usati è partita la caccia ai libri di testo
Nel cuore d’agosto i banchi di scuola sembrano ancora lontani, ma a poco più di un mese dalla prima campanella per molte famiglie è già partita la ricerca dei libri di testo, nuovi o usati che siano. Al Libraccio di corso Magenta, storica libreria specializzata in vendita e acquisto di libri scolastici (sia nuovi sia usati), si lavora già a pieno regime, anzi, verrebbe da dire che non si conosce riposo.
«Ora abbiamo soprattutto clienti che arrivano dalla provincia, che comincia presto a organizzarsi per venire a Brescia a cercare i libri, mentre la città parte sempre dopo - spiega l’amministratore del punto vendita bresciano Diego Liserani -. Garantiamo il servizio tutta l’estate, visto che siamo chiusi solo a Ferragosto. Come finiscono le scuole noi cominciamo: prima coi libri per i compiti e le letture per le vacanze, poi con la vendita e l’acquisto di libri di testo. Dalla chiusura all’apertura delle scuole abbiamo sempre movimento. In questo momento stanno andando più gli usati - aggiunge -, poi si venderanno di più i nuovi».
L’usato è d’altronde spesso una «scialuppa di salvataggio» a fronte di una spesa per i libri di testo che rappresenta un peso non indifferente per molte famiglie. «Come Associazione librai italiani da tempo proponiamo che la spesa per i libri scolastici sia detraibile dalle tasse - spiega ancora Diego Liserani -. Servirebbe per venire incontro alle famiglie che fanno fatica ad acquistare i libri di scuola e dare un incentivo all’acquisto. In generale bisognerebbe però anche far cambiare la mentalità rispetto alla cultura, al libro e alla lettura. I genitori si lamentano del costo, che però è imposto per legge, e comunque bisogna sempre ricordare che si sta investendo sul futuro dei propri figli. E la qualità dei libri di scuola italiana è altissima».
Nemmeno per chi vende sono tempi facili: «La filiera del libro non sta benissimo - conclude Liserani -, ci sono molti meno fondi a sostegno delle librerie. Ci sentiamo un po’ abbandonati, speriamo che si torni a investire in questo settore».
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