Scuola Audiofonetica, da mezzo secolo l’integrazione è materia di studio
Il successo può essere un fuoco che divampa velocemente, ma che si spegne con altrettanta facilità. Perché per alimentarlo serve pazienza, passione, lungimiranza e grande volontà.
Ed è questo il caso della Scuola Audiofonetica della Fondazione Bresciana per l’Educazione mons. Giuseppe Cavalleri, la prima realtà educativa ad anticipare quella che oggi è diventata necessità e desiderio: l’integrazione.
Impegno e dedizione
È dal 1974, infatti, che la scuola realizza un modello di integrazione – unico in Italia - delle disabilità uditive. L’Istituto, che offre un percorso scolastico dal nido fino alla secondaria di I grado, è rimasto nei decenni un’eccellenza grazie alle continue innovazioni che mettono al centro studenti e famiglie. Emerge questo e molto altro dal «Report d’impatto» realizzato con il supporto metodologico e operativo di Altis Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Lo strumento, con il quale la Scuola Audiofonetica può verificare il suo percorso e la sua crescita, è stato presentato ieri: «L’anno analizzato ha rappresentato un periodo di profondo cambiamento e di rinnovata resilienza per la nostra Scuola - ha detto Pierpaolo Camadini, presidente della Fondazione, accompagnato dall’amministratore delegato Giovanni Lodrini -. Grazie all’impegno e alla dedizione di tutto il personale della Scuola e del supporto delle famiglie, siamo riusciti durante questo anno scolastico a ricreare un ambiente accogliente e stimolante per i nostri studenti. Una sorta di rinascita, un’opportunità per riproporre agli studenti esperienze formative autentiche e per rivitalizzare gli incontri e i momenti di socializzazione così preziosi, ma a lungo mancati».
Il Report, che sintetizza i progetti, le attività e la didattica quotidiana, infatti disegna perfettamente i cambiamenti attuati nell’anno scolastico 2022/2023: dagli spazi rinnovati, alla consegna del riconoscimento «Beretta» in occasione del Premio Bulloni, dalla consolidata collaborazione con le Università del territorio regionale ai laboratori didattici per docenti e studenti con robot all’avanguardia, passando per l’importante ritorno delle famiglie nella scuola, fino alle emozionanti gite fuori porta.
«Grazie al Report, che è uno strumento scientifico - ha spiegato la direttrice Anna Paterlini -, vogliamo capire l’impatto della nostra scuola sul territorio. Grazie ai feedback di studenti, genitori e docenti vogliamo costruire una scuola sempre più pronta ad accogliere tutte le necessità».
Inclusione
Ad oggi la scuola risponde, con strategie didattiche finalizzate alla pratica dell’inclusione, alle esigenze di circa 600 studenti dei quali 63 sordi e 24 con altre disabilità: «Sono molto contenta di frequentare questa scuola - ha detto Mariavittoria Belleri, studentessa di quarta elementare -, mi stimola ogni giorno a dare il meglio di me e mi supporta con docenti di altissimo livello. Mi sono trovata bene dal primo giorno e sono cresciuta molto sia umanamente sia didatticamente».
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