Scegliere la scuola giusta: gli open day cambiano forma

Fare la scelta giusta: un impegno che per ragazzi e famiglie si fa più complicato in tempi di scuole chiuse, ma che ha sollecitato tante creative forme d’aiuto. In tempi di didattica a distanza, anche l’orientamento agli studi superiori segue per lo più la via informatica. I tradizionali open day diventano visite virtuali, gli incontri illustrativi si fanno in videoconferenza su Google Meet, offerta formativa e dotazioni didattiche sono in visione e in ascolto nei canali You Tube d’istituto.
Al posto del calendario cartaceo distribuito negli anni scorsi, l’annuncio degli appuntamenti nelle scuole avviene online attraverso il nuovo portale www.bresciorienta.it, ricco d’informazioni anche in forma di quesiti con risposta, ai fini di fornire una panoramica completa sulle opportunità che si aprono nel nostro territorio per i ragazzi in uscita dal primo ciclo dell’istruzione.
«L’emergenza ha accelerato il ricorso alle potenzialità tecnologiche, di pari passo con l’impegno che è stato messo in campo per la didattica si sono offerte opportunità che possono risultare anche meglio organizzate, rispetto ai tradizionali incontri», osserva Laura Bonomini, dirigente dell’istituto Tartaglia-Olivieri, sede dallo scorso settembre del Polo provinciale per l’orientamento, su delega dell’Ufficio scolastico territoriale. Il portale ha avuto successo.
«Scuole e famiglie si sono ingegnate - nota la responsabile della scuola-polo -, ma problemi si riscontrano nelle situazioni di fragilità, per quella parte di popolazione che ha scarsa dimestichezza con l’informatica. È quel che succede tra i ragazzi: la didattica a distanza penalizza chi ha meno strumenti. Fare la scelta giusta diventa tanto più importante in questi tempi d’incertezza: non sappiamo se a fine anno si avrà ancora una sanatoria come nel giugno scorso, indipendentemente dalla frequenza e dagli esiti scolastici, con un conseguente affollamento delle classi successive alla prima. Il numero potenziale degli iscritti nelle scuole aumenta e cambiare indirizzo diventa molto difficile, se la scelta compiuta si rivela poco adatta».
«Se mancano i prerequisiti - spiega la dirigente scolastica Bonomini -, come una certa forma mentis per lo studio teorico, ci si trova male, si arranca con fatica e si rischia l’abbandono, nell’impossibilità di cambiare. Si devono ponderare attitudini e interessi e va preso in considerazione il consiglio orientativo delle medie, mentre l’evoluzione veloce delle esigenze nel mondo del lavoro suggerisce di orientarsi verso studi che lasciano un certo margine di possibilità».
Nell’affrontare l’emergenza, le scuole si sono trovate costrette a ripensare le attività di orientamento. «Si sono veramente sbizzarrite - secondo i riscontri della referente per l’Ust Elena Federici -: studenti e docenti hanno creato filmati, in qualche caso si è fatto ricorso a studi specializzati e anche a riprese dall’alto con il drone per meglio illustrare gli edifici e gli strumenti a disposizione.
inunciando alle visite in presenza, si è deciso di sopperire con Google Meet. Il portale ha avuto un numero di visite elevatissimo, con tempi di permanenza prolungati: questo ci dice che ragazzi e famiglie hanno dovuto fare riflessioni approfondite. Stiamo adesso monitorando le iscrizioni: a fronte di capienze diminuite nelle scuole abbiamo puntato molto sull’orientamento in supporto alle decisioni».
«Presto - conclude - apriremo uno spazio nel portale per segnalare i posti disponibili, così da rendere più facile alle famiglie e alle scuole la fase di riorientamento, da istituti con domande d’iscrizione in eccesso ad altre sedi e ad altri indirizzi». Vale a questo proposito la raccomandazione di indicare anche una seconda scelta.IstruzioneL’orientamento (dalle medie alle superiori) ai tempi della didattica a distanza
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