Rampe di lancio per l’università: «Ecco le migliori scuole di Brescia»
Da Brescia a Orzinuovi, da Palazzolo a Salò, ecco quali sono le scuole bresciane che costituiscono la miglior rampa di lancio per l’università secondo l’elaborazione fornita dalla Fondazione Agnelli attraverso uno strumento on line che esiste dal 2014: Eduscopio.it.
Le migliori sono in provincia
Il portale festeggia la sua decima edizione incoronando il Bagatta di Desenzano tra i licei classici (sale in vetta dal secondo posto conquistato nel 2022) e tra gli scientifici il Pascal di Manerbio, che conferma il primato come fa il Capirola di Ghedi tra i licei delle Scienze Umane. Stessa felice sorte per il Golgi di Breno tra i linguistici, mentre ad agguantare la cima del podio tra gli istituti tecnico-economici è il Perlasca di Idro: new entry in questa graduatoria rispetto all’edizione 2022. E a brillare sono anche il Tassara-Ghislandi di Breno, che emerge dopo il terzo posto di un anno fa, e il suo «compaesano» Golgi, di nuovo dominatore tra i licei artistici. Tutti i primi posti sono occupati da importanti poli d’istruzione dei paesi della provincia.
Come nasce la classifica
Prima di passare agli altri risultati della comparazione 2023, indichiamo le fonti e il bacino preso in esame. L’indagine sulle superiori mira ad aiutare ragazzi e famiglie individuando quali istituti preparino meglio all’università o al lavoro.
Nel primo caso l’indice usato considera al 50% la velocità nel percorso di studi e la media dei voti agli esami. Il gruppo di lavoro coordinato da Martino Bernardi ha analizzato i dati di 1.326.000 diplomati italiani di 7.850 scuole, nei tre anni tra il 2017/2018 e il 2019/2020.
In pieno Covid
Una delle evidenze emerse riguarda i diplomati 2020, in pieno Covid: fra coloro che si sono subito immatricolati all’università (più numerosi che in passato del 2% circa) sono notevolmente aumentati quelli che non hanno dato alcun esame nel primo anno accademico. La media nazionale è salita a 18,8% dal 16% dei diplomati 2019. Era 14,1% per quelli del 2018 e 13,9% per il 2017.
Secondo Andrea Gavosto, che dirige la Fondazione, «l’emergenza sanitaria e le drammatiche prospettive sul lavoro nel 2020» potrebbero aver indotto a iscriversi all’università «studenti che in altre situazioni non lo avrebbero fatto». Si tratterebbe di «ulteriori segnali d’allarme sulle fragilità emotive dei ragazzi investiti in pieno dalla pandemia». Ma chi ha sofferto di più, senza dare esami? I diplomati dei tecnici tecnologici e gli immatricolati in scienze matematiche, fisiche e naturali.
Verso il lavoro
Eduscopio non punta però i riflettori solo sul passaggio dai licei e dai tecnici alle università - dati dell’Anagrafe degli studenti (Ans) e degli universitari e laureati (Ansul) del Miur - ma anche sulla capacità dei tecnici stessi e dei professionali di preparare al mondo del lavoro, per chi non intende continuare gli studi ma vuole (o deve) trovare impiego.
Cosa dice la ricerca, che in Italia ha coinvolto più di 630mila diplomati, degli istituti bresciani? Tra i tecnico-economici lo scettro è mantenuto ancora dal Don Milani di Montichiari che sfoggia un tasso di occupazione dei suoi diplomati dell’83% (calo di 1 punto sul 2022); tra i tecnico-tecnologici il Castelli di Brescia sale dal secondo al primo posto (stabile al 79%); tra i professionali legati ai Servizi difende l’«oro» il Mantegna di Brescia, che perde 2 punti sull’occupazione, da 72 a 70%: e anche tra i professionali dedicati a industria e artigianato c’è una conferma, quella del Beretta di Gardone Valtrompia, unico a veder crescere il tasso dall’81 all’82%.
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato