Scuola

Niente Dad con un solo contagio: restano le vecchie regole

A meno di 24 ore dalla circolare che inaspriva le norme, arriva da fonti di governo il retrofront
Studenti, scuola e covid - © www.giornaledibrescia.it
Studenti, scuola e covid - © www.giornaledibrescia.it
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Cambiano ancora le regole sulle quarantene a scuola. A meno di 24 ore dalla circolare che induriva le regole per le classi, interviene Palazzo Chigi: «Non ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato». 

A riferirlo sono fonti del governo che spiegano che, alla luce della situazione epidemiologica attuale e dopo i necessari approfondimenti, continuano a valere le precedenti regole sulla quarantena in classe. «Solo chi va in isolamento farà didattica a distanza, la classe continua in presenza». È questo, secondo quanto si apprende, il contenuto di una nota esplicativa di chiarimento a firma Ministero della Salute e Ministero dell'Istruzione che supera la circolare emanata ieri. Parallelamente l'impegno della struttura commissariale ad effettuare tempestivamente test nelle classi con un caso positivo. 

Le regole, insomma, restano quelle in vigore: tutta la classe andrà automaticamente in quarantena solo se ci sono tre positivi. La struttura del commissario straordinario Francesco Figliuolo ha fatto sapere che «intensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento», poiché «garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del Governo».

La circolare firmata ieri sera prendeva atto del peggioramento del quadro dell'epidemia, con «un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2, anche in età scolare», con una incidenza settimanale in crescita e pari a 125 per 100.000 abitanti, «valore ben lontano dal quello ottimale di 50 per 100.000, utile per un corretto tracciamento dei casi». I due ministeri hanno quindi ritenuto «opportuno sospendere, provvisoriamente, il programma di 'sorveglianza con testing' e di considerare la quarantena per tutti i soggetti contatto stretto di una classe/gruppo dove si è verificato anche un singolo caso tra gli studenti e/o personale scolastico». Un cambio di rotta totale, rispetto al protocollo approvato il 3 novembre, a lungo meditato fin dall'inizio dell'anno scolastico, quando la situazione era effettivamente più rassicurante. E infatti il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi in mattinata ha subito parlato di «una misura assolutamente prudenziale», presa perché «vogliamo tenere in assoluta sicurezza la scuola». Anche se la priorità del ministro «resta la didattica in presenza».

«Abbiamo ritenuto prudente, con una scelta condivisa con le Regioni - aveva spiegato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa - di ritornare alla previsione iniziale, con la Dad in caso di un positivo in classe. È una misura che tiene conto del quadro attuale». I presidi, che avevano denunciato difficoltà di applicazione, hanno subito rimarcato che è mancato il tracciamento. «Siamo stati facili cassandre», ha detto il presidente dell'Anp, Antonello Giannelli. E la Cisl Scuola, con la segretaria Maddalena Gissi, aveva chiesto «l'intervento di protezione civile ed esercito» laddove la Asl sono in difficoltà.

La didattica a distanza scatterà (o meglio continua a scattare) con un solo positivo in classe per i bambini fino a sei anni, per la scuola dell'infanzia, dunque, dove è più difficile mantenere il distanziamento e le mascherine per i bimbi non sono obbligatorie. Con due positivi per gli alunni da 6 a 12 anni (per i quali non è ancora prevista la vaccinazione) e anche per i più grandi se non sono vaccinati. Dai 12 in poi si andrà in Dad se i casi positivi sono almeno tre. La volontà, è stato spiegato, è non riportare le lancette indietro e garantire la scuola in presenza.

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