Nidi gratis nel Bresciano: ecco dove si può azzerare la retta
Da «Il piccolo principe» di Cellatica al «Latte&miele» di Darfo Boario Terme, passando per le «Piccole birbe» di Montichiari. Sono 146 i nidi e micro-nidi bresciani di città e provincia in cui le famiglie, che dispongono dei requisiti necessari, possono chiedere l’azzeramento della retta appellandosi alla misura «nidi gratis».
Una misura istituita ancora una volta dalla Regione per sostenere le mamme e i papà che si trovano in condizione di vulnerabilità economica e sociale, facilitando l’accesso ai servizi per l’infanzia e rispondendo ai bisogni di conciliazione vita-lavoro.L’elenco completo delle strutture pubbliche e private ammesse per il biennio 2019/2020 è stato reso noto ieri dall’Assessorato regionale alle Politiche per la Famiglia. I genitori dei bambini che frequentano questi nidi e micro-nidi e intendono richiedere questo sostegno devono presentare la domanda esclusivamente on line dalle 12 di lunedì alle 12 di venerdì 25 ottobre (per informazioni visitare il sito www.regione.lombardia.it, scrivere via mail all’indirizzo nidigratisfamiglie1920@regione.lombardia.it o chiamare il call center 800.318.318 digitando 1).
L’accesso a tale misura viene garantito - fino a esaurimento delle risorse economiche stanziate - alle famiglie con un reddito Isee ordinario 2018 inferiore o uguale a 20mila euro.
I genitori, inoltre, devono risiedere in Lombardia, entrambi essere occupati oppure un genitore deve essere occupato, mentre il genitore disoccupato deve essere in possesso della Did (Dichiarazione di immediata disponibilità) e del Psp (Patto di servizio personalizzato). Come precisa il sito della Regione l’azzeramento è riferito solo alla retta per la frequenza del bambino al nido o micro-nido e non può essere utilizzato per eventuali costi aggiuntivi, come preiscrizione, iscrizione e mensa. Grazie alla Regione.
«La misura "nidi gratis" - spiega l’assessore regionale alle Politiche per la Famiglia Silvia Piani - è un’iniziativa di grande valore sociale, come riconosciuto anche dall’Unione europea: per l’anno scolastico in corso sono stati stanziati 37 milioni di euro». I Comuni lombardi che hanno richiesto di inserire nell’elenco le strutture situate nei loro territori sono poco meno di 600, una trentina in più rispetto alla precedente edizione della misura.
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