Maturità, t’avessi preso prima... avrei il voto sul giornale
«Purtroppo la normativa ministeriale in tema di pubblicazione degli esiti non ci permette di diffondere gli stessi». «A causa delle restrizioni sulla diffusione dei voti, dettate dal Ministero, per quest’anno non possiamo soddisfare la richiesta».
Due cortesi risposte da parte di altrettante scuole sbarrano la porta ai risultati dell’esame di Stato che il Giornale di Brescia ha sempre pubblicato fino al 2019, l’ultimo anno dell’era pre-Covid. Ma il Covid non c’entra, anche se ha contribuito a complicare le cose, intralciando i semplici passi che da decenni garantivano di arrivare puntuali a un appuntamento graditissimo ai lettori, anzi a due appuntamenti: prima la pubblicazione delle migliori pagelle nelle scuole di città e provincia, poi quella dei voti della Maturità, quasi una celebrazione collettiva tramite il giornale dei giovani bresciani in uscita dalla scuola, e già proiettati verso gli studi universitari o il mondo del lavoro.
Non a caso nelle ultime settimane sono giunte in redazione telefonate e messaggi di lettori che chiedevano quando, dove, perché... Come ogni anno, il GdB non ha mancato di contattare gli istituti. Per quanto riguarda in particolare l’esame di Stato, su 57 scuole interpellate (39 statali e 18 paritarie) hanno risposto in 16: due con i dinieghi sopra riportati, le altre (cinque statali e nove paritarie) inviando gli elenchi dei neodiplomati. Come raccapezzarsi di fronte a questa diversità di comportamento? E, soprattutto, come spiegare ai lettori che non c’è certezza alcuna sulla pubblicazione degli esiti cui sono eventualmente interessati?
«Non si tratta tanto di privacy - fa sapere il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Brescia, Giuseppe Bonelli -, anche se da qualche anno il Garante ha escluso i voti dalla pubblicazione dei risultati anche sui tabelloni affissi nelle scuole, che infatti si limitano a comunicare se un candidato ha conseguito il diploma o meno».
I voti vengono diffusi soltanto attraverso il registro elettronico, «uno strumento interno», sottolinea il provveditore. «Piuttosto - aggiunge - è una questione di gestione dei dati personali: elenchi di persone di determinate categorie, come quella dei neodiplomati, non possono essere forniti a terzi a meno che siano state sottoscritte delle liberatorie. Lo sanno bene gli istituti tecnici e professionali - osserva ancora Bonelli - abituati a fornire elenchi alle aziende per possibili assunzioni».
Infine, come si diceva, il Covid ha fatto la sua parte: «Anche i tabelloni - riferisce il dirigente - vengono affissi solo dopo la pubblicazione degli esiti sul registro elettronico e per il tempo strettamente necessario, il tutto al fine di evitare assembramenti».
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