La maturità della «generazione Covid»: 9mila bresciani verso l’esame

Anita Loriana Ronchi
È già cominciato il conto alla rovescia per gli studenti dell’ultimo anno della scuole superiori di Brescia e provincia. Il 18 giugno prima prova scritta
Una classe durante lo svolgimento di una prova d'esame - © www.giornaledibrescia.it
Una classe durante lo svolgimento di una prova d'esame - © www.giornaledibrescia.it
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È già cominciato il conto alla rovescia per i circa 9mila studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori bresciane che a giugno dovranno affrontare l’esame di Stato. La prima prova scritta, comune a tutti gli indirizzi, si svolgerà mercoledì 18 giugno, con inizio alle 8.30, mentre giovedì 19 si terrà la seconda prova, specifica per ciascun indirizzo di studio.

Man mano passano le settimane, cresce la tensione e aumentano le inquietudini, assieme ai dubbi che molti ragazzi si pongono circa la loro preparazione. Provare ansia per la maturità è normale, un traguardo obbligato per tutte le generazioni. Ma, ancor di più, lo è per i giovani della Gen-Z, che si accingono quest’anno (sono quasi tutti nati nel 2006) ad affrontare una delle prove più importanti, che fa da spartiacque fra un «prima» e un «dopo» e prepara alle nuove scelte da compiere per entrare nella vita adulta.

Post Covid

Non va dimenticato, infatti, che sono questi gli alunni ad aver intrapreso il primo anno della scuola superiore nell’autunno del 2020, quando – in considerazione dell’epidemia da Covid-19 e del nuovo incremento (dopo la «tregua» estiva) dei casi sul territorio nazionale –, erano state progressivamente introdotte nuove disposizioni limitative delle attività didattiche in presenza; misure che sono state protratte per molti mesi.

Insomma, una generazione «figlia del post-Covid», che ha sperimentato in prima persona la didattica a distanza (Dad); una modalità allora resasi necessaria, forse l’unica possibile in quel momento sotto l’aspetto metodologico-didattico, ma che ha inevitabilmente lasciato degli strascichi, a livello sia di apprendimento, sia di relazione. Molti ragazzi hanno faticato non poco a riadattarsi alla routine scolastica, con conseguenze significative sulla loro condizione emotiva.

Difficoltà

Lo certificavano i dati Istat raccolti nel periodo immediatamente successivo alle chiusure scolastiche: per il 70% degli studenti la Dad risultava essere stata più faticosa delle lezioni in presenza, mentre più del 25% affermava che essa avesse influenzato negativamente i propri voti. Vero che la pandemia è stata anche l’occasione per sperimentare i vantaggi delle tecnologie digitali, ma anche questa come sappiamo può diventare un’arma a doppio taglio, se l’uso del mezzo non è accompagnato da un adeguato supporto formativo e dall’educazione verso uno sviluppo del pensiero critico.

E confermano il quadro, nel 2025, i risultati non proprio entusiasmanti delle ultime prove Invalsi, da cui emerge che, dopo la «caduta» negli apprendimenti verificatasi durante i lockdown e la didattica da remoto, si è avuto un parziale recupero e quindi una stabilizzazione dei livelli, che non significa però un ritorno alla situazione pre-Covid. Dal report affiorano anche altri spunti di analisi, concernenti per esempio l’utilizzo non opportunamente educato delle tecnologie ed un impoverimento progressivo nelle competenze linguistiche, accentuando quest’ultimo una tendenza che ad onor del vero si è andata manifestando da diversi anni.

L’esame

I maturandi a giugno dovranno comunque sostenere le loro prove senza «sconti» particolari. Al liceo classico, ricordiamo, è «uscito» Latino quale seconda prova ed al liceo scientifico è stata annunciata Matematica; al linguistico i candidati si cimenteranno con Lingua e cultura straniera 1. E, mentre come da tradizione torna il toto-tracce sul tema di Italiano, tra i «rumours» circolanti vi è anche chi scommette per l’opzione di attualità sull’anniversario «tondo» del Covid: quest’anno l’evento che cambiò il mondo «celebra» difatti i cinque anni. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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