Scuola

La maturità non coglie impreparati gli studenti bresciani

La vecchia formula pre-pandemia non mette in crisi: poche bocciature e anche qualche lode
Maturità - © www.giornaledibrescia.it
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Risultati sostanzialmente in linea con lo scorso anno per gli esami di maturità 2023. Forse una lieve tendenza verso il ribasso, in qualche caso, nelle votazioni, ma il fatto si può spiegare con il ritorno integrale - e per la prima volta dall’inizio della pandemia - alla formula pre-Covid, per gli scritti e per il colloquio orale.

Fatto che ha comportato, di certo, un maggior impegno per gli studenti ed anche per le commissioni che a loro volta si sono trovate, sempre in alcune situazioni, a sostenere l’onere di una macchina più complessa rispetto agli anni precedenti. Ma, alla fine, anche questi esami che hanno segnato un totale «ritorno alla normalità», si sono svolti in un clima di serenità e senza problemi di rilievo per ragazzi e professori.

Nelle scuole

«Abbiamo avuto una decina di 100 - spiega Simonetta Tebaldini, dirigente dell’Iis Castelli di Brescia, dove tutti i circa 300 candidati hanno superato con successo le prove -: e un 20-25% di studenti con votazione tra 70 e 80 centesimi. Qualcosa in meno per le classi che non hanno saputo colmare del tutto lo “scarto” dopo il Covid. Qualche difficoltà si è riscontrata nella gestione per presidenti e commissioni, mentre per i ragazzi le prove tecniche sono risultate assolutamente abbordabili: un po’ più fatica hanno fatto nel colloquio, perché probabilmente non si sentivano ancora pronti a sviluppare un dialogo partendo da un argomento, testo, immagine o esercizio che fosse».

Tutto nella norma e «in linea con le aspettative» anche al liceo delle scienze umane De André: qui a sostenere la maturità sono stati 200 candidati delle classi quinte, tutti promossi. Anche in questo istituto una decina di studenti si sono meritati 100/100 ed una studentessa addirittura il massimo: la lode.

«Non trovo però corretto assegnare solo 40 punti per il credito scolastico e 60 per l’esame - osserva il dirigente Denis Ruggeri -. Bisognerebbe tornare a fare l’inverso, attribuire il maggior punteggio al curriculum e non doversi giocare 60 punti tutti agli esami; così si rischia di essere molto penalizzati anche per un sola prova che non sia andata benissimo».

All’Antonietti di Iseo (che comprende tre ordini di scuole: tecnico, liceale e professionale), su 250 maturati si è avuta un’unica bocciatura; 8 studenti hanno ottenuto 100/100, altri 4 anche la menzione di lode, il 13% è rientrato nella forbice 91-99/100, 81-90/100 per il 21%, 71-80/100 al 34%, 61-70/100 per il 25% e, per 14 candidati, il 60 secco.

«I ragazzi erano piuttosto tranquilli e sembra abbia funzionato anche la seconda prova dei professionali, il punto più delicato - commenta il dirigente Diego Parzani -. Ritengo però che sarebbe necessario, da parte degli uffici scolastici, fare formazione tra i colleghi docenti, i commissari e presidenti di commissione, in quanto non tutti hanno ben capito come impostare soprattutto l’esame orale, che non deve essere un’interrogazione, ma un colloquio fondato sul ragionamento e che include inoltre educazione civica e Pcto».

È andata «piuttosto bene» pure all’Iis Cossali di Orzinuovi. «Non abbiamo rilevato grosse criticità - riferisce il dirigente Luca Alessandri -; alcune situazioni che erano state esaminate durante gli scrutini e risolte a favore dell’ammissione hanno avuto un esito positivo». Dei 190 alunni ammessi (e tutti diplomati), al Cossali in 7 hanno ottenuto 100/100, uno 100 con lode e la fascia più alta, 68 studenti, si è attestata nel range 70-79/100.

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