Itis in rosa. Studi tecnici, non solo per maschi

L'istruzione tecnico-scientifica e il mondo del lavoro aprono i battenti alle donne, invitando al superamento di stereotipi di genere. È il messaggio lanciato sabato al Castelli da imprenditrici e docenti all'incontro di orientamento «Itis in rosa. Pari opportunità nella formazione e nelle carriere tecnico-scientifiche».
Appuntamento organizzato «nella speranza che sempre più ragazze possano interessarsi agli studi superiori e universitari in questo ambito» ha sottolineato il dirigente, Luigi Guizzetti. Sono «una sessantina» (13 nelle prime) le iscritte all'Itis su 1.670 studenti. Ma «le politiche europee evidenziano come il progresso tecnologico non abbia connotazioni di genere» ha spiegato Mariateresa Tosi, responsabile dell'orientamento al Castelli, e nelle aziende del Bresciano «mancano oggi oltre 10mila tecnici - ha aggiunto Pia Cittadini, «ad» di Cittadini Spa -. Le donne possono portare un contributo in termini di precisione, rigore, sensibilità e fantasia». Secondo Paola Artioli di Aib, «il Paese è in ritardo nel tentativo di colmare il gap di genere» ma le aziende bresciane sono «pronte ad accogliere le donne perché le persone capaci non hanno genere» ha affermato Anna Maria Gandolfi, consigliera di Parità della Provincia, invitando «i giovani a seguire i propri interessi». Alessandra Flammini e Marialuisa Volta, docenti di Ingegneria dell'informazione, hanno esposto poi una ricerca sulle immatricolazioni evidenziando alcune variabili di genere mentre Renata Mariani, prima diplomata, nel '68, all'Itis Castelli, ha raccontato la sua esperienza formativa e professionale. Borse di studio sono infine andate alle studentesse Raffaella Colombo, Emanuela Cantoni, Giulia Faroni, Alessia Tracconaglia, Camilla Vecchi, Flavia Signorini e Lory Michelle Bresciani.

c. c.