Istituto comprensivo centro 2, fa discutere il «valzer delle segreterie»

Stefano Zanotti
Coinvolte nel processo di redistribuzione dei plessi le elementari Tito Speri, Alighieri, Collodi e le medie Foscolo e Marconi
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Le polemiche continuano a correre sui social e nelle chat di genitori e insegnanti. C’è preoccupazione attorno al futuro dei propri figli e sugli scenari legati al posto di lavoro. «Mio figlio non potrà più andare nella scuola che sta frequentando?». «Le maestre verranno spostate in altri complessi?». Sono solo alcune delle domande che le famiglie si sono poste in seguito alle voci di possibili soppressioni degli istituti scolastici in città.

Dopo la questione legata alla primaria Don Vender, che a partire dall’anno 2025/2026 potrebbe subire un ridimensionamento, si apre un nuovo capitolo fatto di timori e ansie per i genitori dei figli che frequentano le scuole dell’Istituto comprensivo centro 2, del quale fanno parte le elementari Tito Speri, Dante Alighieri e Carlo Collodi, e le medie Ugo Foscolo e Guglielmo Marconi.

Nei giorni scorsi alcune famiglie sono state informate da una preside che, nell’ambito di un progetto di riorganizzazione delle scuole, il Comune ha deciso di scorporare l’Istituto comprensivo centro 2 per l’anno 2025/2026: secondo le indiscrezioni la Dante e la Foscolo confluirebbero nell’Istituto comprensivo nord 2; mentre Tito Speri e Marconi potrebbero finire sotto l’I.C. centro 3 e la Collodi sotto l’I.C. centro 1.

Polemiche

Questo quadro ha destato immediatamente un po’ di comprensibile apprensione, ma a fare chiarezza ci ha pensato l’assessora comunale alle Politiche giovanili Anna Frattini. «Siamo ancora in una fase di dialogo e arriveremo a settembre con una proposta formale - spiega Frattini -. L’ipotesi, che abbiamo condiviso con la dirigente, prevede una redistribuzione dei plessi a livello di gestione: questo non significa che i genitori sposteranno i figli da un istituto all’altro. Ognuno continuerà ad andare a scuola dov’è iscritto e al massimo per le famiglie cambierà la segreteria di riferimento. Non stiamo mettendo in discussione le strutture: niente verrà chiuso, è solo una questione di direzione scolastica».

Alla base della decisione c’è la volontà di dare una configurazione più lineare alle scuole, che rispetti così la continuità territoriale. «È una scelta ragionevole, che non impatta assolutamente sulle famiglie - prosegue Frattini -. Abbiamo incontrato i Consigli di quartiere e tutti si sono dimostrati favorevoli».

Strategie

Oltre alla questione legata al territorio, c’è la tematica dei tanti alunni stranieri che frequentano la Calini e la Manzoni: l’accorpamento degli Istituti comprensivi potrebbe interessare anche questo aspetto?

«Dipende da dove una famiglia iscrive il proprio figlio - precisa l’assessora di Palazzo Loggia -: il dirigente scolastico poi non ha grossi margini per intervenire. Certo, il fatto che la segregazione di stranieri non faccia bene alla didattica è un dato: se creando un unico istituto comprensivo facilitiamo classi più eterogenee è meglio per tutti».

Gli accorpamenti potrebbero comunque riguardare anche altri istituti comprensivi in città, non solo quelli del centro storico, ecco perché la Loggia ha deciso di organizzare tre assemblee pubbliche per presentare il proprio progetto e raccogliere nello stesso tempo le sollecitazioni dei cittadini. La prima sarà ospitata dalla Carducci mercoledì 19 alle 18, ci si sposterà poi alla Bettinzoli venerdì 21 alle 18 e infine martedì 25 alle 20.30 ce ne sarà una alla Mameli.  

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