Come cambieranno gli istituti comprensivi di Brescia

Marco Papetti
Resteranno gli stessi a livello numerico ma avranno nuovi confini: le modifiche introdotte dal dimensionamento non avranno conseguenze sui bimbi iscritti
Bimbi all'ingresso di una scuola dell'infanzia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Bimbi all'ingresso di una scuola dell'infanzia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Cambia la geografia degli istituti comprensivi di Brescia. Dall’anno scolastico 2025-2026 il numero rimarrà immutato, ma avranno nuovi confini. È la proposta di revisione del dimensionamento scolastico elaborata dall’assessorato alle Politiche educative del Comune di Brescia dopo una serie di interlocuzioni e assemblee pubbliche alla fine dello corso anno scolastico con presidi, genitori e Consigli di quartieri delle zone coinvolte. La delibera di Giunta che ufficializzerà il dimensionamento arriverà «a inizio ottobre», ma in ogni caso la proposta è da considerarsi «definitiva nel suo perimetro», ha detto l’assessora alle Politiche educative Anna Frattini.

Le novità

Gli istituti comprensivi della città rimarranno 12. Nella zona meridionale della città nascerà un nuovo istituto comprensivo, denominato Ic Sud 1, dalla divisione in due dell’attuale Ic Sud 3 e vi confluiranno la scuola elementare Crispi dall’Ic Centro 3, le scuole dell’infanzia Lamarmora e Folzano, le elementari Canossi e Prandini e la media Bettinzoli. Si tratta dell’area interessata dal progetto «Scuola al centro del futuro – Sus», che prevede la costruzione di due nuove scuole nel quartiere don Bosco. L’Ic Centro 2 sparirà, divisa tra gli istituti comprensivi Ic Centro 1 e Nord 2, che si amplieranno: al Centro 1 passerà la scuola elementare Collodi, al Nord 2 le elementari Alighieri e le medie Foscolo. Il centro storico, oggi diviso tra gli Ic Centro 2 e Centro 3, avrà un unico istituto comprensivo, il Centro 3, che accoglierà la primaria Tito Speri e la secondaria di primo grado Marconi dal Centro 2.

La mappa dei nuovi istituti comprensivi
La mappa dei nuovi istituti comprensivi

Il calo degli iscritti

Modifiche che «non avranno conseguenze sull’utenza e sulle famiglie», ha rassicurato Frattini, anche se la dirigente dell’Ufficio mobilità personale Maria Concetta Samuele non ha escluso la possibilità di «un movimento a livello di docenza». In ogni caso, l’intervento coinvolgerà solo i perimetri degli attuali Ic, per adattarli alla diminuzione degli iscritti per il calo demografico: dall’approvazione dell’ultimo dimensionamento, nel 2009, a oggi, gli alunni iscritti nelle scuole interessate sono passati da 13.958 a 12.558, con un calo di circa il 10%. Dati destinati a calare ancora, su cui pesa la spada di Damocle del ridimensionamento regionale: «L’indicazione della Regione è di ridurre il numero degli istituti comprensivi – ha spiegato Frattini –. Prevedono di tagliarne sette o otto il prossimo anno in tutta la regione e il doppio nell’anno scolastico 2026/2027».

Uno scenario rispetto al quale il dimensionamento a Brescia acquisisce anche un valore di manovra preventiva: «Abbiamo davanti una prospettiva di tagli considerevoli rispetto ai quali non abbiamo margine – ha detto Frattini –. La nostra è una presa d’atto scomoda rispetto alla quale abbiamo mantenuto due punti fermi: il dimensionamento non riduce il numeri di istituti comprensivi, salvaguardando i posti di lavoro, e mantiene i plessi scolastici dove sono. L’altro criterio che abbiamo adottato, oltre alla demografia, è stata la territorialità. Sappiamo che nel particolare stiamo dando del lavoro in più da fare. Ma come Amministrazione dobbiamo guardare al disegno complessivo della città: e il disegno complessivo è che mettiamo in salvo i 12 istituti comprensivi per i prossimi anni».

La prospettiva

La ratio del dimensionamento, ha spiegato la responsabile del Servizio diritto allo studio del Comune Monica Terlenghi, è dunque quello di «una proposta che possa durare nel tempo: sono 600 alunni – ha ricordato –, l’istituto comprensivo va in reggenza, senza più un preside e un dirigente amministrativo. Abbiamo quindi fatto proiezioni sugli anni futuri per creare istituti che reggano nel tempo. Oltre che sui numeri abbaio lavorato anche sulla tipologia dell'utenza».

Per il consigliere provinciale all’Istruzione Filippo Ferrari la proposta va nella direzione giusta: «È interessante perché guarda al futuro rispetto a situazioni che si creeranno a breve – ha detto –. Anche altri comuni di dimensioni importanti stanno ragionando sulla falsariga di Brescia, che si pone un passo avanti rispetto ad altri territori».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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