I maestri senza laurea: «Precipitiamo nel precariato»
Precipitare dal tempo indeterminato nel baratro del precariato. E senza alcun paracadute. O meglio, senza alcun ammortizzatore. Anche nella nostra provincia la vita di decine di maestri e maestre senza laurea viene ulteriormente sconvolta da un emendamento al decreto scuola, che non tiene conto degli accordi raggiunti qualche mese fa dal Miur e dai sindacati.
In particolare nel nuovo decreto scompare la possibilità di mantenere il posto fino al 31 agosto: terminando il contratto il 30 giugno, salta anche il diritto all’indennità di disoccupazione. «Siamo disgustati - si sfoga una maestra di scuola primaria sulla soglia della disperazione -. Dopo 15-20 anni di lavoro dovremo di nuovo aspettare le supplenze, come quando abbiamo iniziato. In Italia siamo in tantissimi a trovarci in questa situazione, ma sembra che nessuno ci consideri. I riflettori sono puntati sulle grandi fabbriche, ma della scuola quasi non si parla».
«Abbiamo superato il concorso e l’anno di prova - prosegue l’insegnante - con il risultato che al 30 giugno verremo licenziati e il nostro contratto da indeterminato diventerà determinato, come se non avessimo fatto niente in questi anni». Delusione e preoccupazione per il futuro si mescolano alla rabbia. In particolare con il Governo, «che ha buttato all’aria quello che era stato concordato. All’inizio ci ha illuso. E adesso invece...».
Il pensiero va poi alle tante battaglie «che non sono servite a niente. Abbiamo fatto manifestazioni, scioperi, cortei, lettere. Le abbiamo provate davvero tutte. E il risultato è che ci ritroviamo precipitati nel precariato. Ci hanno sbattuto sulla strada. E c’è gente che ha fatto il mutuo. Come faranno ora?». Sulla sorte di maestri e maestre diplomati magistrali, lo ricordiamo, pesa una serie di sentenze che ha fatto seguito alla controversia nata tra i possessori del solo diploma magistrale, un tempo abilitante, e coloro che hanno conseguito la laurea in Scienze della formazione. In particolare a settembre la sentenza del Tar del Lazio ha aperto le porte al licenziamento di oltre tremila ricorrenti della Lombardia. Una sentenza che significa decine di licenziamenti anche nel Bresciano.
L’accordo tra sindacati e Miur aveva dato qualche speranza almeno sull’indennità di disoccupazione. Speranza spazzata via dal decreto scuola attualmente in fase di conversione in Parlamento. In Parlamento. Il testo, approvato lunedì alla Camera, deve passare in Senato per l’approvazione definitiva entro il 27 dicembre.
Ma qui è probabile che sarà messa la fiducia e non saranno possibili modifiche. Ma c’è ancora qualche margine per cambiare le cose? Fonti dell’Ufficio scolastico territoriale ritengono che la legge di bilancio possa essere «l’ultimo treno». Non solo: «Noi non retrocediamo nessuno al momento. E in ogni caso essere in seconda fascia significa lavorare tutti gli anni, tant’è che abbiamo anche cattedre scoperte. Infine ci si può giocare anche la carta del concorso».
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