Educazione alla legalità, 27mila iscritti dalle scuole: focus sul bullismo
Quasi 27mila domande di iscrizione nell’anno scolastico in corso, dalle materne alle superiori: la maggior parte, quasi diecimila, ha riguardato il progetto di prevenzione su bullismo e cyberbullismo e in seconda battuta quello sugli effetti delle sostanze stupefacenti, segno che purtroppo sono fenomeni sempre più sentiti e incisivi tra i ragazzi.
Sono numeri in costante crescita quelli delle attività formative per le scuole dell’Ufficio Educazione alla legalità della Polizia Locale. Il resoconto è stato fatto dall’assessore comunale alla Sicurezza Valter Muchetti con il comandante dei vigili Marco Baffa e il commissario capo Elisa Daeder.
I numeri negli anni
Il bilancio riguarda il periodo dal 2020 all’anno scolastico in corso. Se nel 2020- 2021 avevano partecipato 15.462 studenti, nel 2022-2023 sono stati 24.686 e per il 2023- 2024 ad oggi sono circa 18mila quelli incontrati: l’aumento è del 74%. Le richieste pervenute per il 2023-2024 sono state 26.967. La prevenzione di bullismo e cyberbullismo in particolare ha avuto la maggiore richiesta da parte delle scuole: si è passati dai 6.267 studenti del 2020-2021 ai 9.797 del 2023-2024.
I temi
Per le scuole superiori, inoltre ci si è concentrati anche su temi quali gli effetti dell’uso delle sostanze stupefacenti e psicotrope (3.296 le richieste), la criminalità organizzata sul territorio cittadino, il gioco d’azzardo patologico. Tra i percorsi inseriti, anche quello sul graffitismo vandalico e sui principi fondanti della Costituzione. L’educazione stradale resta uno dei pilastri: per le classi quarte e quinte delle superiori ci sono uno spettacolo teatrale e da quindici edizioni il progetto «Con la Polizia locale per la sicurezza sulle strade della nostra città».
L’assessore Muchetti ha spiegato: «Abbiamo intercettato l’esigenza delle scuole che avevano bisogno di essere affiancate nell’educazione civica. Il miglior modo per prevenire è educare. La Polizia locale è anche questo». Daeder ha aggiunto: «Nell’ultimo periodo stiamo registrando un trend in crescita di quasi il 40% delle richieste per partecipare ai percorsi formativi. Il tema del cyberbullismo deve essere personalizzato a seconda del grado di scuola. Se dieci anni fa il primo telefonino si aveva alle medie, ora i dati ci dicono che i bambini ne sono già in possesso alle elementari». Baffa ha concluso: «Si parla tanto di repressione ma molto va fatto in termini di prevenzione. Con questi interventi siamo riusciti a prevenire tantissime condotte, in particolare per le devianze giovanili».
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