Scuola

Disdetto il 90% dei soggiorni studio a causa del coronavirus

A rischio per l'Italia un settore con 100mln di fatturato e indotto
Una studentessa - © www.giornaledibrescia.it
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Nell'ultima settimana si è verificato un crollo del 90% delle presenze degli studenti stranieri interessati allo studio della lingua italiana in Italia causa del coronavirus. Lo rende noto l'Associazione delle Scuole d'Italiano come Lingua Seconda, Asils, che rappresenta il settore privato delle scuole di italiano per stranieri in Italia.

«L'associazione, che include 43 scuole dislocate su tutto il territorio italiano, segue con grande preoccupazione l'evolversi della situazione venutasi a creare in Italia», spiega un comunicato. «Preoccupazione, naturalmente, per la situazione medico-sanitaria - dichiara il Presidente Wolfango Poggi - ma altrettanta preoccupazione per le conseguenze economiche in tutto il settore dei soggiorni-studio in Italia che, come riportato da alcuni nostri associati, assiste inerme a un improvviso calo di iscrizioni ai corsi anche del 90%, soprattutto nelle aree più colpite del Paese».

«Le scuole di italiano del settore privato - che non beneficiano di alcuna sovvenzione pubblica - ospitano ogni anno oltre 27.000 studenti, per un numero di 118.843 settimane di soggiorno in Italia, pari a 831.901 pernottamenti, sviluppando un fatturato di oltre 50 milioni di euro e un indotto presunto di circa 51 milioni di Euro. Il panico, generato anche da una comunicazione mediatica talvolta sensazionalistica, ha diffuso un'immagine distorta del Paese Italia con l'effetto che molti stranieri hanno deciso di rinunciare ad un soggiorno-studio. Tutto ciò sta mettendo a serio rischio tutto il comparto che, con il protrarsi di questo allarmismo diffuso, nel giro di poche settimane potrebbe ritrovarsi sull'orlo della paralisi delle attività, se non del fallimento di molte scuole», sottolinea l'Asils.

«Le scuole che aderiscono all'Asils - conclude la nota - sono infatti attività imprenditoriali private che, oltre a svolgere un'immensa opera di promozione e diffusione dello studio della lingua e cultura italiana all'estero, impiegano oltre 500 dipendenti che potrebbero presto trovarsi senza lavoro in quanto non sono stati previsti ad oggi ammortizzatori sociali». «Al Governo - dichiara il Presidente Poggi - chiediamo che si faccia esercizio di buon senso e razionalità nella diffusione delle notizie e che vengano prese in considerazioni misure di supporto al nostro settore».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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